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Cronaca ambientale

Morto di cancro Roberto Mancini, il poliziotto che per primo denunciò la Terra dei Fuochi

Aveva scoperto la Terra dei Fuochi e stava lottando duramente contro il cancro

Roberto Mancini è stato l’investigatore della Polizia di Stato che per primo ha denunciato quanto stava avvenendo nella Terra dei Fuochi: un lavoro preciso, puntuale tanto che la Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti (a cavallo della fine degli anni ’90 e i primi del 2000) ha utilizzato le sue doti di investigatore per condurre un’intensa indagine diretta da Massimo Scalia proprio sullo scempio in atto in quel territorio campano a nord di Napoli.

Un poliziotto integerrimo, preciso e dedito al suo lavoro di investigatore, che per anni è stato un vero e proprio Don Quijote della Terra dei Fuochi, unico a lottare contro i mulini a vento dei veleni che hanno massacrato quel territorio: un poliziotto ammalatosi di cancro proprio per il suo servizio allo Stato, un servizio che a maggio 2012 l’allora ministro dell’Interno Cancellieri ha riconosciuto, concedendo a Roberto mancini un indennizzo di 5.000 euro da parte del Viminale.

Roberto Mancini è morto a 53 anni dopo una battaglia lunga 12 anni contro la leucemia. Lascia una moglie e una figlia.

Si legge sul blog di Beppe Grillo, che due giorni fa postava un articolo proprio sulla vicenda di Mancini:

“[…] più volte sollecitato dai legali della famiglia mancini, l’ufficio di Presidenza della camera dei Deputati si è sempre scrollato di dosso qualsiasi responsabilità risarcitoria in merito.

L’ultima risposta da parte della presidente Laura Boldrini è giunta lo scorso luglio, quando è intervenuta per escludere che tra Mancini e l’Istituzione da lei presieduta sia mai intercorso alcun rapporto di lavoro. […]”

L’indennizzo da parte dell’Ufficio di Presidenza della Camera doveva essere discusso, ironia della sorte, proprio ieri pomeriggio: Roberto Mancini non ha fatto in tempo a ricevere la risposta che attendeva da anni. Lo scorso 7 aprile una delegazione dell’organizzazione Change.org (che si occupa di petizioni online), guidata dalla moglie di Roberto, si è recata dalla Presidente della Camera Laura Boldrini per consegnare una petizione firmata da migliaia di cittadini indignati per l’atteggiamento delle nostre istituzioni.

Ma è stato tutto troppo tardi: il destino di Roberto Mancini, ancora una volta, si è legato con quello della Terra dei Fuochi.

“Spero che le sofferenze che Roberto ha dovuto sopportare per aver servito lo Stato contro le ecomafie in Campania non cadano nell’indifferenza delle istituzioni e dell’opinione pubblica e mi auguro che il suo ricordo possa servire da esempio per tutti coloro che non vogliono arrendersi a chi vuole avvelenare le nostre terre, le nostre vite […]”

ha dichiarato ieri la moglie a Mediterraneo News, prima che Roberto se ne andasse.

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