Animali
Cambiamenti climatici: le migrazioni dei pesci causate dal riscaldamento globale
Il team di ricercatori finanziato dal National Center for Ecological Analysis and Synthesis ha scoperto che le migrazioni della fauna ittica avvengono a una velocità media di 72 km a decennio
Quali fenomeni migratori avvengono nelle acque di mari e oceani in seguito al riscaldamento globale? Che cosa accade nelle acque che ricoprono il 71% della superficie terrestre?
A cercare di fare luce sulla questione è la sintesi pubblicata sul sito della rivista Nature Climate Change che descrive “l’impronta globale dei cambiamenti climatici sulla vita marina”. Da tre anni un’équipe formata da ricercatori statunitensi, candesi, australiani, britannici, tedeschi, danesi, spagnoli e sudafrican, finanziata dal National Center for Ecological Analysis and Synthesis, ha riunito 208 studi e 1735 monitoraggi di 857 specie marine per valutare la loro distribuzione e demografia e il loro ciclo biologico.
Lo studio è stato compiuto su di una media di osservazione di 41 anni e, in certi casi, su ricerche di più di tre secoli.
La principale conclusione del lavoro non è stata una sorpresa: a causa dell’aumento delle temperature i pesci stanno migrando verso i poli (a nord nell’emisfero boreale, a sud in quello australe). A sorprendere il team di ricercatori è stata la rapidità con la quale questi fenomeni di delocalizzazione stanno avvenendo: uno spostamento di circa 72 km per decennio.
La scoperta è molto interessante e dimostra come il ritmo della fauna ittica sia dodici volte più rapido di quello della fauna terrestre il cui “nomadismo” è di circa 6 km a decennio. Un dato che contrasta con quello dell’innalzamento delle temperature che, sulla superficie terrestre, aumentano al triplo della velocità del riscaldamento delle acque superficiali. Il campione di velocità è il fitoplancton (470 km per decennio), mentre i più lenti sono crostacei, molluschi e alghe che risalgono qualche decina di km per decennio. Una riconfigurazione globale degli ecosistemi marini che inciderà sulle attività umane, a cominciare dalla pesca.
Via | Le Monde
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