ECOLOGIA
Salvaguardia ambientale: l’architettura italiana in campo
L’architettura italiana all’opera per fronteggiare, coi suoi importanti strumenti, l’emergenza climatica e la biodiversità. Sono due temi molto sentiti nell’era contemporanea.
Anche l’architettura può concorrere alla salvaguardia ambientale e al contrasto dell’emergenza climatica. Del resto, il 40% delle emissioni di CO2 globali sono imputabili all’edilizia. Non ci vuole molto a capire come alcune scelte, di stile, costruttive e funzionali possano fare bene al nostro pianeta e alla tutela della sua biodiversità.
L’Italia non sta a guardare, come conferma la nascita, a cura di 8 studi di progettazione con sede nel nostro paese, dell’Italian Architects Declare Climate and Biodiversity Emergency, che dà un seguito nello stivale all’omologa iniziativa sbocciata a maggio nel Regno Unito, fra i cui 600 sottoscrittori attuali ci sono nomi del calibro di David Chipperfield, Foster + Partners e Zaha Hadid Architects.
Il movimento si sta allargando e si appresta a raccogliere l’adesione di altre realtà geografiche, come Australia, Norvegia, Islanda e Nuova Zerlanda. L’obiettivo, come già accennato, è mobilitare il mondo dell’architettura per combattere la crisi climatica e salvaguardare la biodiversità.
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Gli studi italiani firmatari-fondatori dell’Italian Architects Declare Climate and Biodiversity Emergency sono Piuarch Studio, Schiattarella Associati, Archilinea, Park Associati, Michele De Lucchi Architects, Fuksas, Labics, ABDR.
I fondatori del movimento inglese hanno riscontrato a livello internazionale grande interesse e attenzione da parte dei colleghi architetti e hanno deciso di consentire una più ramificata divulgazione, assegnando a Piuarch il compito di promuovere e divulgare gli intenti di questo manifesto anche nel nostro paese.
L’iniziativa di cui ci stiamo occupando punta a mettere in pratica gli 11 punti contenuti nella dichiarazione d’intenti, per contrastare l’emergenza ambientale in corso, mediante la costruzione di edifici efficienti dal punto di vista energetico, tema da mettere fra quelli prioritari nell’agenda politica italiana ed europea: la crisi climatica e la perdita di biodiversità, del resto, sono un’urgenza del nostro tempo.
Bisogna progettare case, palazzi, città e infrastrutture come componenti indivisibili di un sistema più ampio, rigenerante e autosufficiente, giovandosi della ricerca tecnologica, che rende già disponibili soluzioni per iniziare questa trasformazione.
Ecco gli 11 punti del manifesto operativo:
-Aumentare la consapevolezza riguardo l’emergenza climatica e la perdita di biodiversità e sensibilizzare i nostri clienti e fornitori circa l’urgente necessità di agire.
-Sostenere un cambiamento più rapido nel nostro settore verso pratiche di progettazione rigenerativa come anche una più alta priorità di finanziamento da parte del governo per fronteggiarle.
-Stabilire i principi e le tecniche di mitigazione del clima e della biodiversità come chiave di successo del nostro settore: dimostrato da diversi premi, studi e inchieste.
-Condividere conoscenze e ricerche a tal fine su base open source.
-Valutare tutti i nuovi progetti che possano ostacolare un contributo positivo alla mitigazione della crisi climatica e incoraggiare i nostri clienti ad adottare questo nuovo approccio.
-Riqualificare gli edifici esistenti favorendone un uso prolungato come alternativa più efficiente alla demolizione e alle nuove costruzioni laddove sia possibile.
-Includere il costo del ciclo di vita, la modellazione del carbonio e la valutazione dell’impatto di occupazione dell’edificio come parte delle fasi di progettazione, per ridurre l’uso di risorse.
-Adottare più principi di progettazione rigenerativa nei nostri studi, con l’obiettivo di produrre progetti architettonici e urbanistici che vadano oltre lo standard delle zero emissioni di carbonio.
-Collaborare con ingegneri, imprese, fornitori e clienti per ridurre ulteriormente i rifiuti di costruzione.
-Accelerare il passaggio a materiali a basse emissioni di carbonio in tutto il nostro lavoro.
-Ridurre al minimo lo spreco di risorse nell’architettura e nella pianificazione urbana, sia su larga scala che nel dettaglio.