Acqua
Acqua, l’oro blu da cui dipende il futuro della Terra
Con Capital, le due registe Giulia Bruno e Lida Perin ci ricordano l’importanza dell’acqua potabile
[blogo-video id=”159963″ title=”Sigla CinemAmbiente 2015″ content=”” provider=”youtube” image_url=”https://media.ecoblog.it/8/83c/hqdefault-jpg.png” thumb_maxres=”0″ url=”https://www.youtube.com/watch?v=xSWKFbNSI2A” embed=”PGRpdiBpZD0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMTU5OTYzJyBjbGFzcz0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudCc+PGlmcmFtZSB3aWR0aD0iNTAwIiBoZWlnaHQ9IjI4MSIgc3JjPSJodHRwczovL3d3dy55b3V0dWJlLmNvbS9lbWJlZC94U1dLRmJOU0kyQT9mZWF0dXJlPW9lbWJlZCIgZnJhbWVib3JkZXI9IjAiIGFsbG93ZnVsbHNjcmVlbj48L2lmcmFtZT48c3R5bGU+I21wLXZpZGVvX2NvbnRlbnRfXzE1OTk2M3twb3NpdGlvbjogcmVsYXRpdmU7cGFkZGluZy1ib3R0b206IDU2LjI1JTtoZWlnaHQ6IDAgIWltcG9ydGFudDtvdmVyZmxvdzogaGlkZGVuO3dpZHRoOiAxMDAlICFpbXBvcnRhbnQ7fSAjbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMTU5OTYzIC5icmlkLCAjbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMTU5OTYzIGlmcmFtZSB7cG9zaXRpb246IGFic29sdXRlICFpbXBvcnRhbnQ7dG9wOiAwICFpbXBvcnRhbnQ7IGxlZnQ6IDAgIWltcG9ydGFudDt3aWR0aDogMTAwJSAhaW1wb3J0YW50O2hlaWdodDogMTAwJSAhaW1wb3J0YW50O308L3N0eWxlPjwvZGl2Pg==”]
È uno degli elementi imprescindibili per la nostra esistenza eppure nei luoghi più fortunati del pianeta l’acqua viene data erroneamente per scontata. L’acqua potabile che ora è una costante nelle nostre vite non lo è sempre stata nella storia e non lo è nelle zone più aride della Terra. Per comprendere quanto l’accesso all’acqua potabile sia importante, Giulia Bruno e Lida Perin hanno deciso di intervistare alcuni abitanti di Berlino: è nato così Capital, documentario il cui titolo gioca sull’ambivalenza di una parola che indica sia una centralità geografica, sia l’importanza “capitale” di questo elemento.
Arno Steguweit racconta il suo ruolo di idro-sommelier, la sua capacità di guidare i propri clienti nella scelta dell’acqua migliore per la propria dieta e i propri gusti. Per poter approfondire la conoscenza dell’acqua, Steguweit acquista tutte le acque presenti nei luoghi in cui viaggia. L’idro-sommelier sostiene che l’Europa dispone di risorse idriche per altri 1000 anni, ma che nell’immediato futuro l’umanità dovrà fare fronte alle migrazioni conseguenti alle carenze idriche: nei prossimi vent’anni, infatti, 50 Paesi non avranno più la possibilità di accedere all’acqua potabile.
Se Steguweit sostiene le ragioni dell’acqua in bottiglia, il suo connazionale Samuel Höller, membro di un’associazione ambientalista berlinese, promuove l’uso dell’acqua del rubinetto: “Le analisi ci dicono che l’acqua del rubinetto è uguale a quella in bottiglia. Inoltre, da un’indagine condotta su 600 persone, è emerso che nel 70-80% dei casi l’acqua del rubinetto viene percepita come identica quando non migliore di quella imbottigliata”.
Nel documentario viene intervistata Rachele Raffaela Cutolo, un’esercente di un negozio di articoli religiosi e acque sante che illustra il rapporto devozionale di alcuni fedeli con le acque provenienti da Lourdes o Fatima. Il film si sposta, infine, fra gli abitanti di una baraccopoli nata nel cuore della capitale tedesca dove non esiste allacciamento alla rete idrica e l’acqua è un bene prezioso.
Un documentario breve e incisivo che mostra i paradossi della società contemporanea dove, a pochi chilometri di distanza, convivono un ristorante che propone un menu delle acque e uno slum in cui non c’è alcuna possibilità di avere ad acqua potabile e non contaminata.
Foto | Cinemambiente