Clima
Kerry: “Migrazioni una sfida per l’Europa? Peggio quando mancheranno acqua e cibo”
Il segretario di stato traccia un quadro a tinte fosche sul futuro del Pianeta
Gli echi dell’emergenza profughi che percorre l’Europa arrivano anche Oltreoceano e il Dipartimento di Stato degli Usa sta valutando quali passi intraprendere per aiutare l’Unione Europea a far fronte all’arrivo di migliaia di rifugiati politici.
Proprio ieri, però, il segretario di Stato americano, John Kerry, ha tenuto a sottolineare che gli attuali flussi migratori non sono che l’inizio di un esodo di massa dovuto ai cambiamenti climatici:
[quote layout=”big”]“Pensate che le migrazioni oggi siano una sfida per l’Europa, ma aspettate di vedere cosa accadrà quando mancheranno acqua e cibo”[/quote]
ha detto Kerry. Già nel 2013 il report The Arab Springs and Climate Change del Center for Climate Change and Security aveva posto l’accento sulla rapporto di causalità fra i cambiamenti climatici e la Primavera Araba e la guerra civile siriana.
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Ci sono voluti due anni e mezzo perché questo rapporto di casualità passasse dai report scientifici alla conferenza stampa del capo del Dipartimento di Stato Usa. La mancanza di risorse idriche è e sarà sempre di più uno dei principali problemi con cui dovrà fare i conti il Medio Oriente.
Nel solco di quanto affermato dal report del 2013 il segretario di Stato Usa ha motivato la guerra civile siriana con cause climatiche:
[quote layout=”big”]“La Siria è stata destabilizzata da un milione e mezzo di persone che sono scappate dalle zone rurali a causa di una siccità durata tre anni, resa ancora più intensa dal cambiamento climatico a opera dell’uomo, una condizione che sta rendendo l’intero Medio Oriente e le regioni mediterranee ancora più aridi”[/quote]
ha aggiunto Kerry.
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La popolazione mondiale continua a crescere e le risorse idriche continuano a diminuire. Oltre al Medio Oriente, una delle principali emergenze idriche da affrontare sarà quella del Corno d’Africa. Gli anni che ci attendono saranno quelli dell’idrodiplomazia come qualcuno chiama le negoziazioni tese a garantire che le risorse idriche non vengano accaparrate solamente da chi sta a monte dei grandi corsi d’acqua.