Cronaca ambientale
I traffici di rifiuti sull’autostrada BreBeMi
Il procuratore Pennisi alla Commissione d’Inchiesta sui rifiuti fa rivelazioni incredibili, ma la domanda resta: a cosa serve l’autostrada BreBeMi?
- Aggiornamento del 3 Febbraio 2015: La BreBeMi Spa ci ha fatto pervenire una rettifica a seguito di questo articolo, la trovate integralmente pubblicata a questo indirizzo.
Sull’autostrada BreBeMi (che si chiama A35 e collega Milano con Brescia) si è detto di tutto ed il contrario di tutto: un’opera certamente costosa e che fa discutere ancora oggi, visto che tra il capoluogo lombardo e Brescia il collegamento già c’è, la A4, e visto che proprio per questo l’autostrada denominata BreBeMi è molto poco frequentata.
Il quotidiano online Linkiesta ha sviluppato un bel lavoro sull’opera, partendo dalle dichiarazioni in Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti rese il 4 novembre scorso dal procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia Roberto Pennisi:
“Brescia è uno dei punti sensibili del nostro territorio dal punto di vista dei traffici di rifiuti, se non altro perché nel territorio bresciano si concentra un quantitativo estremamente rilevante di attività produttive e di attività produttive che producono rifiuti, tant’è vero che l’unico scopo al quale fino a questo momento è servita la BreBeMi è stato per interrare rifiuti. Io, che curo da poco il collegamento con Brescia, spesso vado da Brescia a Napoli in ferrovia. La ferrovia corre parallelamente alla BreBeMi e io la vedo sempre vuota. Purtuttavia, a noi la BreBeMi è nota nella misura in cui ha formato oggetto di una validissima indagine della Dda di Brescia anche per traffico illecito di rifiuti. C’è tutto un fenomeno particolarmente complesso, che non si può esaurire in poche battute”.
si legge nel resoconto stenografico di quell’audizione.
Parole che dovrebbero aprire un dibattito approfondito in seno alla Regione Lombardia, viste le inchieste degli ultimi anni sui traffici illeciti di rifiuti (anche pericolosi) in Lombardia, viste le numerose operazioni di Polizia e Carabinieri in materia di rifiuti speciali, visto l’inquinamento da amianto nella zona del comasco (aziende infiltrate che smaltivano l’amianto tramite movimento terra, mescolandolo all’asfalto).
Tornando alla BreBeMi, se si pensa che il traffico veicolare (dati Corriere della Sera) è la metà di quello stimato negli studi di fattibilità dell’opera (20mila veicoli al giorno a fronte di una stima, che a questo punto si può definire “speranza, di 40mila) e che i costi dell’opera (levitati negli anni) sono stati in buona parte pagati dai contribuenti, alla faccia dell’opera finanziata dai privati.
L’autostrada BreBeMi aveva un costo preventivato di circa 1420 milioni di euro tutti a carico dei privati, che pianificavano il rientro della cifra investita tramite l’incasso dei pedaggi; al momento dell’inaugurazione, il 23 luglio 2014, i costi erano lievitati fino a 2400 milioni di euro (quasi il doppio), in gran parte coperti dalla Banca europea degli investimenti grazie ad un prestito da 700 milioni di euro, e dalla Cassa depositi e prestiti con altri 820 milioni di euro.
Se a questo aggiungiamo le dichiarazioni del procuratore Pennisi, il quale ha riferito in Commissione rifiuti dell’esistenza di tre inchieste su tutto il territorio nazionale: le inchieste dovranno far luce su alcuni traffici di rifiuti RAEE che viaggiavano proprio sull’autostrada BreBeMi in fase di collaudo:
“[…] la raccolta presso questi centri di stoccaggio era curata da esponenti della criminalita? campana e che la spedizione in container, in particolare verso Paesi africani, era utilizzata dalla comunita? campana, con il rischio di intombamento, almeno per una parte considerevole di questi materiali. Giocano sempre sulla questione che la rottamazione comporta un contributo o un sostegno per il corretto trattamento ambientale. Si sospetta che l’esportazione con la finta indicazione di masserizie sia un escamotage per evitare il trattamento ambientale, che e? costosissimo. A questo proposito, abbiamo fatto la segnalazione alla Procura nazionale antimafia”.
ha riferito in Commissione Rocco Burdo, Direttore dell’ufficio intelligence della Direzione centrale antifrode e controlli. Secondo il senatore Bartolomeo Pepe inoltre il traffico di rifiuti tossici non si limiterebbe ai RAEE:
“Pare che arrivino rifiuti tossici in container trasportati dalle navi attraverso l’Oceano indiano e il canale di Suez provenienti addirittura dall’Australia o su rotaia provenienti dall’Est. Si tratta di cianuri, fluoruri, bauxite e altro”.
Insomma, c’è da mettersi le mani nei capelli. La questione BreBeMi non è particolare bensì generale, visto e considerato che il 1 maggio 2015 comincia il carrozzone ExPo a Milano e che le grandi opere infrastrutturali che permetteranno ai visitatori di viaggiare per tutta la Lombardia, e anche oltre, sono in fase di consegna, viene da farsi ben più di una domanda sull’immobilismo della procura milanese, che al momento ha letteralmente congelato le indagini su ExPo.
Ma forse, da quelle parti, le vere gatte da pelare sono altre.