Clima
Europa, passa al 27 per cento la quota delle fonti rinnovabili entro il 2030
All’October European Council meeting che si è concluso ieri a Bruxelles sono state definiti gli obiettivi del Pacchetto clima dai 28 paesi europei. La decisione è stata sofferta e anche al di sotto delle reali possibilità europee secondo gli ambientalisti
Sono tre gli obiettivi fissati dai 28 Paesi europei per intervenire in maniera concreta sui cambiamenti climatici durante l’October European Council Meeting che si è tenuto dal 23 al 24 ottobre a Bruxelles. I punti fissati sono: riduzione delle emissioni di CO2 almeno del 40 per cento (tenendo come punto di riferimento le emissioni del 1990); produzione di energie rinnovabili nella quota del 27 per cento entro il 2030 e aumento del 27 per cento della quota dell’efficienza energetica.
E’ questo il pacchetto clima messo a punto dall’Europa e che sarà presentato a Parigi durante la Cop 21 del dicembre 2015. Nel comunicato stampa si legge:
I cambiamenti climatici stanno accelerando. Ora è il momento di agire e ci auguriamo che con l’accordo raggiunto l’Europa possa dare un nuovo impulso ai negoziati internazionali, sulla base del grande successo ottenuto al summit di New York dello scorso settembre. L’Europa deve continuare a fare la sua parte e a dare l’esempio. Tutti i paesi, tra cui tutte le principali economie, dovrebbero ora seguire altrettanti impegni ambiziosi e tempestivi. Noi continueremo a sostenere questi sforzi attraverso l’ UNFCCC, per raggiungere un accordo globale e durevole sul clima alla conferenza di Parigi. Per il bene del nostro pianeta. Per il bene delle generazioni future.
Ma Florent Compain, Presidente degli Amici della Terra ritiene che questi obiettivi siano del tutto insufficienti sopratutto in riferimento alla quota delle fonti rinnovabili almeno pari al 27 per cento:
Con questo obiettivo, è come se dicessimo ai governi europei di non cercare di fare meglio rispetto a quello che viene già fatto. E’un’aberrazione: l’Europa potrebbe fare molto di più nelle energie rinnovabili, se incoraggiata e valorizzata la produzione locale di energia, il controllo decentralizzato e i posti di lavoro e non mettendosi al soldo delle lobby delle imprese del settore energetico,come avviene oggi. Se questo accordo è positivo lo è solo per le lobby industriali e va a scapito dell’accesso all’energia di tutti i cittadini europei per una vita dignitosa e sostenibile. Il processo di negoziazione del pacchetto su clima e energia ha subito una forte pressione dalle principali società energetiche europee, tra cui EDF e GDF che hanno interesse per shale gas e carbone in Europa
Via | Le Monde