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Settecentomila gomme sotto il mare: l’esperimento fallito di Fort Lauderdale

Negli anni Settanta un’associazione di pescatori buttò in mare 2 milioni di pneumatici sperando di creare una barriera corallina, ma il progetto non ha avuto l’esito sperato. E ora si fa i conti con quell’eredità

Doveva essere una barriera corallina artificiale, ma l’esperimento di un’associazione no profit che negli anni Settanta depositò sui fondali 700mila pneumatici si è rivelato un disastro ambientale. La barriera corallina non c’è, ma restano 700mila pneumatici a soffocare con la loro gomma in decomposizione la vita di quella che è stata ribattezzata Osborne Reef.

Secondo gli ideatori di questo sgangheratissimo progetto, la barriera corallina avrebbe attecchito sugli pneumatici, ma così non è stato e al largo del Sunrise Boulevard di Fort Lauderdale, località della Florida nota soprattutto per ospitare importanti basi militari di Esercito, Marina e Aviazione.

L’estensione di questo cimitero subacqueo è di ben 36 ettari e la profondità media della “barriera degli pneumatici” è di 65 metri: ora gli pneumatici sono 700mila, ma prima che, nel 2007, l’esercito iniziasse l’attività di rimozione, i copertoni erano addirittura 2 milioni.

Nel corso di quattro decenni le gomme sono state corrose a causa delle correnti tropicali e degli uragani, danneggiando in misura notevole l’ecosistema marino circostante.

L’attività di rimozione è piuttosto costosa e nei primi tre anni di lavori, fra il 2007 e il 2010, il costo di rimozione di 60mila pneumatici fu di 3 milioni di dollari. Una fatica di Sisifo che si poteva davvero evitare, ma che non rappresenta un unicum visto che “cimiteri” del genere si trovano anche al largo delle coste di Australia, Messico, Africa, Indonesia e Malesia.

Foto | Youtube

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