ECOLOGIA
Inquinamento a Città del Messico: netto miglioramento, ma la strada è ancora lunga
La concentrazione dei maggiori inquinanti è dimezzata rispetto agli anni ’90, grazie allo sviluppo del trasporto pubblico, ma il numero di veicoli privati è in rapido aumento.
Negli anni ’80 la capitale della Repubblica Federale del Messico godeva del discutibile primato di città più inquinata del mondo. Le emissioni inquinanti non controllate di industrie e veicoli si combinavano infatti con le particolari condizioni climatiche della megalopoli, che si trova al centro di un’ampia valle dove spesso si creano condizioni di inversione termica.
Si stima che allora l’inquinamento causasse ogni anno un migliaio di morti e 35000 ospedalizzazioni.
Dai primi anni ’90 ad oggi,secondo i dati del SIMAT, i maggiori agenti inquinanti (ozono, ossidi di azoto, monossido di carbonio) si sono sostanzialmente dimezzati. Anche i PM 10 sono calati da 100 a poco più di 50 mcg/m^3, con punte che non superano i 75.
Non ci sono invece sostanziali miglioramenti per i PM 2.5, che sono rimasti stabili intorno a 25 mcg/m^3 (non si tratta di un valore basso, visto che a queste concentrazioni si osserva già un aumento della mortalità).
Questi risultati sono stati ottenuti grazie ad un grande sviluppo del trasporto pubblico, che oggi copre l’80% degli spostamenti dei pendolari.
Come si può vedere dalla foto (scattata ieri dall’autore che si trova in Messico per un seminario), la situazione lascia ancora un po’ a desiderare quanto a visibilità. L’impegno per ridurre le emissioni deve infatti fare i conti con la crescita demografica (con oltre 20 milioni di abitanti, Città del Messico è una delle più grandi conurbazioni del pianeta) e soprattutto con la crescita delle auto private (10 milioni nel 2010, il doppio rispetto al 2000).