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Clima

“Possiamo fermare la catastrofe climatica con una carbon tax”: e lo dice uno che stava dall’altra parte…

“C’è un tempo per pesare l’evidenza e un tempo per agire. E se c’è una cosa che ho imparato nel mondo della finanza e del governo è che occorre agire prima che i problemi diventino troppo gradi da affrontare”

Mettere un prezzo alle emissioni di CO2: non è Al Gore a parlare, ma Henry Paulson, che è stato ministro del tesoro nell’amministrazione Bush dal 2006 al 2009.

In un editoriale sul New York Times, l’uomo che è stato travolto dalla crisi finanziaria del 2008, mette in guardia dall’esplosione della crisi climatica:

Questa è una crisi che non ci possiamo permettere di ignorare. E’ come se volassimo al rallentatore contro una montagna. Vediamo l’impatto imminente, eppure stiamo seduti invece di agire.

Cosa occorre fare secondo Paulson? Vista la sua provenienza definisce “conservatrice” la soluzione che propone, anche se si tratta di introdurre una nuova tassa, cosa che i Repubblicani USA hanno sempre visto come il fumo negli occhi:

Possiamo mettere un prezzo alle emissioni di anidride carbonica. Pochi negli USA pagano oggi per emettere questo potente gas serra nell’atmosfera che tutti noi ocndividiamo. Mettere un prezzo alle emissioni creerà incentivi per sviluppare nuove tecnologie più pulite.

E’ evidente che non ci sarà nessun significativo progresso nella lotta ai cambiamenti climatici finché gli Stati Uniti non daranno il buon esempio. Paulson lo ha capito e sta iniziando a “mutare pelle” rispetto a quando si occupava solo di finanza, ma lo capiranno anche gli elettori del suo partito? A giudicare dalle recente affermazione della frangia estremista dei Tea Party si direbbe di no.

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