Energia
Rinnovabili, per il decreto spalma incentivi gli Usa bacchettano Matteo Renzi
Il Wall street Journal tira le orecchie al governo Renzi per il decreto spalma incentivi destinato alle rinnovabili paventando il rischio concreto che capitali privati e esteri scappino via dal Bel Paese
“A quanto pare il governo italiano ha un rapporto difficile con i capitali privati”: è questo l’incipit dell’articolo firmato da Michel Bonte-Friedhmein, ceo di NextEnergy Capital Group pubblicato ieri sul Wall Street Journal. Il titolo è altrettanto esplicito: Renzi piega i mulini a vento.
In pratica Bonte-Friedhmein critica pesantemente le misure adottate per il taglio della bolletta energetica spiegando che proprio quelle stesse misure porteranno a una fuga di investitori stranieri spaventati dal decreto spalma-incentivi reso retroattivo. In sostanza, per i titolari di impianti per la produzione di energie rinnovabili oltre i 200 kilowatt e che percepiscono il 60% degli incentivi totali viene previsto che siano versati “spalmati” sui 20-24 anni con una riduzione dell’importo a compensazione dell’allungamento oppure con una riduzione secca dell’8%.
Spiega nel suo articolo Bonte-Friedhmein:
La proposta di tagliare retroattivamente i loro ritorni arriva dopo i tanti sforzi dei precedenti governi di sanzionare i proprietari di impianti di energie rinnovabili, attraverso una serie di nuove imposte e tasse che hanno ridotto i rendimenti degli investitori di circa metà dal 2011. Ora il governo Renzi punta al raddoppio.
Negli ultimi cinque anni, gli investitori hanno versato oltre 50 miliardi di € per le energie rinnovabili in Italia il che ha portato alla costruzione di impianti per la produzione di circa 17 gigawatt di capacità di energia solare e 6 gigawatt di capacità eolica. La produzione di energie rinnovabili in Italia è passata dal 20% nel 2008 al il 34% nel 2012 per il più grande salto tra le grandi economie europee. Come per tutti gli investimenti a lungo termine, un quadro giuridico chiaro è stato fondamentale per attrarre i fondi. Scrive Michel Bonte-Friedhmein:
Ora che il denaro è stato speso e avviato il funzionamento degli impianti, il signor Renzi vuole strappare i contratti e selettivamente spazzare via gli investitori azionari, anche se i costi di rinnovabili sono solo una piccola parte della bolletta energetica in Italia. Volutamente, il governo italiano non prende di mira i servizi inefficienti e costosi forniti dalle grandi compagnie energetiche, come Enel che ha recentemente presentato un piano strategico di investimento di oltre 9 miliardi di € nei mercati emergenti finanziate in gran parte dai ricavi generati dai consumatori italiani.
E per concludere l’analisi aggiunge:
Mr. Renzi puo’ credere che i mercati hanno la memoria corta, e che questo percorso scelto può essere più facile che riformare le inefficienze palesi nel settore energetico italiano o tagliare le tasse orrendamente alte sugli utenti di energia. Forse ha ragione, ma gli auguriamo buona fortuna per attirare investitori stranieri nel futuro. Non bussare alla mia porta.
E non ci sembra un avviso da sottovalutare.