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Cinemambiente 2014: L’oro dei folli, un’altra economia è possibile
L’indagine di Elena Viglino sullo Scec, la moneta alternativa che valorizza l’economia locale e il commercio di prossimità
In passato noi di Ecoblog ci siamo occupati delle monete alternative, argomento al quali la regista piemontese Elena Viglino ha dedicato il suo primo documentario, L’oro dei folli. L’attenzione di questo documentario inserito nella sezione Panorama Italia si concentra sullo Scec, la valuta nata a Napoli nel 2007, per iniziativa di 5 amici dell’Associazione Masaniello.
L’idea di base è sottrarsi al progressivo slittamento verso il privato delle banche centrali e creare un’alternativa all’economia globale. Il principio base dello Scec è la valorizzazione dell’economia locale e dei servizi distribuiti sul territorio. “Perché un’aranciata prodotta in Germania con arance brasiliane mi costa meno di una spremuta fatta con i frutti acquistati al mercato?” si chiede l’autrice del documentario e, prendendo spunto da questa riflessione, inizia a indagare sullo Scec, moneta che è acronimo di Solidarietà ChE Cammina.
Dai creatori di questa valuta a esperti del calibro di Loretta Napoleoni, da chi si occupa di promuovere questa moneta ai negozianti che aderiscono all’iniziativa, Elena Viglino fa chiarezza su una moneta che non vuole sostituire l’euro, ma integrarlo. Chi si associa ad Arcipelago Scec riceve 100 Scec del valore di un euro che può spendere nei negozi convenzionati. Gli Scec rappresentano uno sconto che va dal 5 al 30%. Facciamo un esempio: un prodotto che costa 20 euro, può essere pagato da un socio 17 euro più 3 Scec. Per i consumatori c’è lo sconto, ma che cosa ci guadagnano i negozianti o i professionisti che accettano un parziale pagamento in Scec?
Questa moneta avvicina il consumatore e la comunità, ne facilita le relazioni, agisce in maniera compensatoria nei confronti del sistema economico globalizzato e riequilibra il rapporto di forze fra Grande Distribuzione e commercio di prossimità. Innescato questo meccanismo virtuoso, lo Scec favorisce buone pratiche quali l’approvvigionamento tramite gruppi d’acquisto e l’acquisto di prodotti a km zero. A differenza del Bit Coin di cui tanto si è parlato in questi mesi, lo Scec si tocca con mano e se a sette anni dalla sua ideazione continua a fare proseliti sia fra i negozianti che fra i consumatori vuol dire che il sistema funziona.
Foto | L’oro dei folli