Clima
L’area dei cicloni si è spostata di 180 km verso i poli in trent’anni per il global warming
La migrazione è più rapida nell’emisfero australe e sembra correlata con l’espansione dei tropici legata ai cambiamenti climatici. Se il trend continuerà, verranno esasperati gli attuali fenomeni di siccità e alluvioni.
Secondo un articolo appena pubblicato su Nature, l’area di massima intensità dei cicloni si sta progressivamente spostando verso i poli, sia nell’emisfero nord che in quello sud, ad una velocità di circa 50-60 km al decennio, quindi 150-180 km negli ultimi 30 anni. La maggiore velocità di migrazione si registra nelle regioni australi.
Secondo i ricercatori questo fenomeno è probailmente legato ai cambiamenti climatici:
«Proponiamo che esista un legame tra lo spostamento dei cicloni verso i poli e l’osservata espansione delle zone tropicali… Questo legame… è al momento ancora incerto, ma si ritiene generalmente che abbia una causa antropogenica. »
L’espansione dei tropici è stata osservata sperimentalmente in modo indipendente dai cicloni, ma entrambi i fenomeni mostrano le stesse variabilità e tendenze. Commenta uno degli autori: «i tropici stanno diventando meno ospitali verso i cicloni e le latitudini più elevate meno ostili.»
Se questi cambiamenti ambientali dovessero continuare secondo il trend presente, ci sarebbero conseguenze significative per zone costiere che attualmente non sono raggiunte dagli uragani.
I cicloni hanno anche un’importante funzione nel flusso delle risorse idriche: un loro spostamento potrebbe esacerbare la siccità nelle regioni più prossime all’equatore e le alluvioni nelle zone più lontane.