Cronaca ambientale
Ivanpah: il più grande impianto solare del mondo uccide gli uccelli
350mila specchi giganti che proiettano i raggi del sole all’interno di una torre contenente acqua. Ma il calore generato ha fatto vittime tra i volatili che hanno avuto le ali bruciate o peggio.
Ivanpah, il più grande impianto solare del mondo, è entrato in funzione da soli tre giorni e già si trova al centro delle polemiche. Si tratta di un centro di energia solare di proprietà di tre colossi come Nrg Energy, Bright Source Energy e Google ed è situato nel deserto del Mojave al confine fra California e Nevada. Che i 350mila specchi giganti che riflettono la luce del sole potessero creare problemi all’ecosistema era noto da tempo, e infatti si era provveduto a spostare in zone protette le tartarughe che quel deserto abitano.
Quello che però non si era calcolato era un altro effetto collaterale del calore estremo creato da quelle centinaia di migliaia di pannelli. Un flusso termico che letteralmente brucia gli uccelli che lì sopra transitano. La cosa è stata resa nota dalla stessa Bright Source Energy e documentata con numerose foto: dozzine di uccelli sarebbero stati uccisi o feriti, le ali bruciate da una temperatura che può raggiungere anche i mille gradi Fahrenheit (oltre 500 gradi centigradi). La domanda che i gruppi ambientalisti che operano nella zona si stanno ponendo è quale valore possa avere un’energia pulita che però uccide le specie animali autoctone.
L’impianto di Ivanpah è in grado di fornire elettricità a 140mila case ed è al momento il più grande impianto solare di questo tipo. Nonostante altri impianti ancora più grandi siano attualmente in fase di costruzione o progettazione (come parte del piano a lungo termine degli Stati Uniti per ottenere l’indipendenza energetica), proprio Ivanpah è considerato una pietra miliare per il percorso degli States verso un utilizzo sempre più convinto delle energie rinnovabili.
Tra l’altro il funzionamento di Ivanpah è diverso dai normali impianti fotovoltaici: circa 90 chilometri a sud-ovest di Las Vegas, in una zona arsa da un’esposizione al sole pressoché ininterrotta, i 350mila “heliostat”, specchi automatizzati, inviano la luce verso delle torri contenenti acqua che viene riscaldata e trasformata in vapore che poi fa girare le turbine e crea energia elettrica. Un tipo di energia che viene chiamato “solare-termico”.
Ivanpah è una delle 17 “aree per l’energia solare” che il governo federale ha individuato per la creazione di impianti di questo tipo. Aree caratterizzate dalla scarsità di vita animale, dai pochi ostacoli di tipo naturale e che si trovano tutte tra California, Nevada, Arizona, Utah, Colorado e New Mexico. Non si sono però presi in considerazione i danni portati nei confronti degli uccelli abituati a volteggiare per quelle zone. Il che ha portato alcuni a mettere in dubbio l’intero progetto di creare altri megacentri di questo tipo. È il caso di Michael J. Connor, direttore per la California di Western Watershed Project, che ha fatto causa alle agenzie federali che hanno supervisionato il progetto e si chiede: “Abbiamo davvero bisogno di questi impianti giganteschi? Non sarebbe meglio generare energia solare sui tetti delle abitazioni, i luoghi dove poi quest’energia sarà utilizzata?”.