Acqua
Greenpeace: il video dell’abbordaggio dell’Arctic Sunrise e gli appelli dei genitori di Cristian D’Alessandro
Il padre dell’attivista italiano si rivolge ai 18 Paesi coinvolti con una lettera, chiedendo se l’operato della Russia è legittimo.
Greenpeace ha pubblicato su YouTube e sul proprio sito web il video che potete vedere qui in alto e che mostra come le Forze speciali russe hanno abbordato l’Arctic Sunrise, la nave dell’associazione ambientalista su cui c’erano i trenta attivisti che protestavano contro una piattaforma petrolifera di Gazprom.
Tutti gli attivisti sono detenuti in Russia dal 19 settembre 2013 e tra di loro c’è l’Italiano Cristian D’Alessandro. Per loro anche Luciana Littizzetto domenica scorsa, durante la puntata di Che tempo che fa, aveva fatto un appello direttamente a Silvio Berlusconi e a Giorgio Napolitano affinché parlino con Putin e gli chiedano di liberare Cristian e gli altri attivisti.
In questi giorni i genitori di D’Alessandro, che lo scorso 25 ottobre hanno tenuto una conferenza stampa, si sono fatti sentire anche in questi ultimi due giorni attraverso i media dopo aver parlato al telefono con il figlio. Il padre, Aristide, ha scritto una lettera rivolgendosi ai governanti dei diciotto Paesi coinvolti, chiedendo loro di assumersi la responsabilità di dichiarare se l’operato della Russia è legittimo, visto che
“eminenti esperti di diritto hanno dichiarato che la Russia non poteva sequestrare la nave Arctic Sunrise in acque internazionali e hanno confermato che non potevano abbordare, armi in pugno, la nave, in quanto territorio olandese. Conseguentemente anche gli arresti erano illegittimi”
Aristide D’Alessandro si scaglia anche contro i metodi di detenzione del figlio e dei suoi colleghi, che violano i diritti umani, perché l’arresto è stato notificato ben oltre le 48 ore dal fermo ed è dunque illegale anche per la stessa legge russa. Intanto i trenta attivisti vengono tenuti in celle strette, “senza acqua potabile, con un’alimentazione scadente e con una sola ora di passeggiata al giorno”.
Anche attraverso i microfoni di Sky, sia la mamma sia il padre di Cristian si sono rivolti a Putin e agli altri governanti e hanno raccontato che il figlio si è rassegnato al fatto di dover stare in carcere con l’accusa di pirateria almeno fino al 24 novembre perché il suo ricorso è stato respinto dal tribunale regionale di Murmansk, la città al cui porto è stata dirottata l’Arctic Sunrise.
I trenta attivisti rischiano 15 anni di prigione, ma lo stesso Putin ha ammesso che è evidente che non si tratta di pirati.