Inquinamento
Ilva di Taranto, il caso di Giuseppina Smaltini arriva alla Corte di Strasburgo
La battaglia di Giuseppina Smaltini, deceduta lo scorso 21 dicembre a causa della leucemia, si sposta davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo.
La drammatica situazione in cui sono costretti a vivere gli abitanti di Taranto approda davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, che ha considerato valido, almeno in via preliminare, il ricorso presentato dai familiari di Giuseppina Smaltini, una donna di Taranto donna deceduta a causa di una leucemia che, secondo i suoi parenti, sarebbe stata provocata dall’inquinamento dell’Ilva.
La donna aveva scoperto di soffrire di leucemia nel 2006 e, sicura che le cause fossero da ricercare proprio nell’inquinamento provocato dallo stabilimento siderurgico, aveva provato a presentare una denuncia contro l’Ilva, ma per ben due volte si era vista rigettare l’istanza dalla Procura in quanto le prove di un nesso tra la malattia e le emissioni novice non erano sufficienti.
La battaglia di Giuseppina Smaltini si è conclusa lo scorso 21 dicembre, quando la malattia l’ha uccisa, e ora la sua famiglia sta cercando di ottenere giustizia. E il fatto che la Corte di Strasburgo abbia accettato il ricorso presentato è già un passo importante.
Quello che la Corte vuole sapere, a questo punto, è quali dati avesse a disposizione la magistratura di Taranto questo esaminò le denunce di Giuseppina e con quanta attenzione siano state condotte quelle indagini. La Corte, inoltre, chiede se lo Stato abbia fatto tutto quanto in suo potere per proteggere la salute e quindi la vita della donna visto che il nesso tra gli scarichi della mega struttura e il tasso dei malati di cancro a Taranto non si può negare.
Si tratta di un singolo caso che, però, rappresenta centinaia e centinaia di vicende simili. E se la Corte dovesse dare ragione ai familiari della donna, le conseguenze potrebbero essere molto importanti.