Cronaca ambientale
Smaltimento Costa Concordia, il porto di Piombino non è una possibilità ma un obbligo: ecco perchè
Dove sarà smaltita la nave Costa Concordia?
La guerra sul golosissimo relitto della Costa Concordia è aperta da tempo: tra le due storiche contendenti, Piombino (Li) e Palermo, si sono inserite nella lotta per l’accaparramento del relitto anche Civitavecchia (Rm), Genova e Porto Torres (Ss), ognuno pronto a rivendicare il proprio diritto (passato spesso come “dovere”) sulla nave oggi più desiderata al mondo.
Dopo la complessa e vincente operazione di parbuckling, osservata (fin troppo a dire il vero) dai telespettatori di mezzo mondo, le polemiche sul porto di destinazione sono letteralmente arse sulla graticola mediatica, sulla quale si è tuttavia dimenticato di ricordare un lungo precedente in materia.
Il relitto della nave Costa Concordia andrà, per diritto e coerenza, al porto di Piombino. La scelta, che ufficialmente va ancora presa (e spetta alle autorità italiane, non alla società Costa Crociere, che pure ha diritto di esprimere un parere in merito, optando per Palermo, o agli armatori italiani) è in verità il tracciato oramai segnato da importanti provvedimenti già presi, alcuni dei quali già cantierati, dal governo Monti.
Già il 17 ottobre 2012 l’allora ministro dell’Ambiente Corrado Clini parlava di un probabile provvedimento per l’ammodernamento del porto di Piombino:
“[…] confermo l’impegno del ministero dell’Ambiente ad assicurare la piena attuazione in tempi rapidi di tutti i provvedimenti di competenza necessari per attrezzare il porto di Piombino.”
Un provvedimento che ha preso corpo nella riunione del Consiglio dei Ministri del 24 aprile scorso, l’ultimo Cdm del governo Monti prima che questi cedesse il campanello ad Enrico Letta; seppur non nominando mai la nave Costa Concordia, l’urgenza con cui è stato approvato il provvedimento (e le motivazioni addotte) tutte portano inevitabilmente al grande relitto del Giglio:
“Il piano di ammodernamento è già previsto dal Piano regolatore del porto ma, per accelerarne i lavori, il provvedimento dà al Presidente della Regione Toscana l’incarico di commissario straordinario, il quale si avvarrà come soggetti attuatori del Comune di Piombino e dell’Autorità portuale. Tra gli interventi più urgenti: il dragaggio dei fondali, il completamento dello svincolo fra la Tirrenica e il porto, il risanamento dei sedimenti contaminati del porto.”
90 milioni di euro sbloccati in aprile per 111 milioni di previsione in totale: il 24 giugno di quest’anno quel decreto si è tramutato in legge; il progetto per Piombino, già approvato e finanziato con il solito sistema di stato d’emergenza (che fa saltare ogni passaggio burocratico, dal più inutile al più fondamentale, e di controllo), prevede la costruzione in sette mesi di una nuova banchina da 370m (con un dragaggio dei fondali fino a 20m di profondità e 8 ettari di piazzali), lavori che dovrebbero partire a novembre e terminare a maggio 2014 (proprio quando gli ingegneri prevedono di muovere definitivamente la nave).
Premettendo che come sottolineato più volte dall’ex ministro Clini, e ribadito più volte dall’attuale titolare del dicastero dell’ambiente Andrea Orlando, la Concordia va trattata e smaltita come un rifiuto, come anche previsto dalla normativa europea, Piombino era e resta la soluzione più agevole, meno costosa e più adeguata ad accogliere l’immensa nave.
La crisi del settore portuale, che mette in ginocchio quello che per l’Italia dovrebbe essere un settore strategico (non fosse altro per motivi puramente geografici), rischia di far chiudere definitivamente il porto industriale di Piombino (5000 lavoratori) e, come spiegato anche dal sindaco Gianni Anselmi,
“[..] siamo interessati a fare di Piombino un polo di rottamazione per le navi, con l’apertura di un filone industriale importante da collegare alla siderurgia.”
Secondo il Presidente dell’Autorità Portuale di Piombino Luciano Guerrieri le lettere di invito per il progetto infrastrutturale sono già state spedite a 15 imprese, che dovranno dare la disponibilità a lavorare su tre turni e prevedono 90mila euro di penale per ogni giorno di ritardo sulla consegna (prevista in sei mesi e non sette, come scritto nella legge n.147 del 25 giugno 2013
Sulle competenze inoltre il quadro è già stato chiarito mesi fa, come specificato direttamente dal ministro Orlando: la Regione Toscana ha praticamente carta bianca, anche in virtù dell’investitura a commissario straordinario per il presidente Enrico Rossi.
Insomma, la Concordia ha un’unica destinazione possibile (per motivi economici e legislativi): Piombino.