Cronaca ambientale
Corea del Nord: riattivato il reattore di Yongbyon. Cosa si rischia
Secondo fonti diplomatiche russe, la riattivazione del vecchio reattore potrebbe provocare una grave catastrofe ecologica in tutta la penisola coreana
In Corea del Nord è ripresa la produzione di plutonio. Un’immagine satellitare dello scorso 31 agosto ha dimostrato che il sito di Yongbyon in cui si produce il plutonio per gli armamenti ha ripreso l’attività. A dimostrarlo sarebbe il vapore bianco che – nell’immagine – fuoriesce dall’entrata dell’edificio che ospita le turbine a vapore e i generatori elettrici del reattore. A dare la notizia è stato l’istituto Usa-Corea della John Hopkins School of Advanced International Studies che ha notato l’anomala fuoriuscita di vapore dalla centrale che si conosceva come inattiva.
Secondo il rapporto prodotto dall’ente di ricerca, il reattore è in grado di produrre 6 chili di plutonio all’anno.
Glyn Davies, inviato speciale Usa per i diritti umani nella Corea del Nord ha dichiarato che, qualora la notizia venisse confermata, si tratterebbe di una violazione di una serie di risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.
Secondo un funzionario del Governo statunitense che ha chiesto l’anonimato, la quantità di vapore sprigionata suggerirebbe l’effettuazione di un test. Un’azione dimostrativa per chiarire che Pyongyang non abbandonerà il suo programma nucleare. L’Agenzia internazionale per l’energia nucleare non ha fornito alcun commento sulla vicenda.
Alcune fonti diplomatiche russe non hanno nascosto la loro preoccupazione per l’attività del reattore di Yongbyon. Secondo quanto dichiarato dai diplomatici all’agenzia di stampa russa Interfax, i test potrebbero essere il preludio a un rilancio del piano di armamenti di Kim Jong-Un. Sempre secondo le fonti russe il rilancio della centrale sarebbe un reale pericolo per l’ambiente visti i suoi anacronistici sistemi di sicurezza e un eventuale incidente provocherebbe una catastrofe per la penisola coreana.
Via | Asca
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