Inquinamento
Amianto: a Bari 230 malati di patologie asbesto-correlate
Nel capoluogo pugliese 230 casi di malattie asbesto-correlate. Il Comune al lavoro su mappatura e prevenzione
L’amianto emerge, ovunque. Dopo anni di malattie sommerse, prima che il processo Eternit, con la sua sentenza d’appello dimostrasse a molti che anche l’impossibile può diventare possibile, in tutta Italia il problema inizia a venire a galla. Le discariche vengono denunciate e i malati portano nei Tribunali le loro istanze. Nella sola Bari ci sono 230 casi di malattie asbesto-correlate. L’amianto non è solo nelle fabbriche e negli edifici pubblici che possono essere più facilmente circoscritti, è nelle case e nei condomini.
A Bari la maggiore concentrazione di amianto è segnalata nei quartieri Libertà, Japigia, San Paolo, Bari Vecchia e San Pasquale e, soprattutto, negli alloggi dello Iacp, che furono edificati negli anni Sessanta. Il Centro operativo dell’Università sta provando a monitorarne la presenza in 21mila alloggi.
Agli amministratori degli stabili spettano la valutazione dei rischi e la classificazione dei materiali danneggiati, non danneggiati e non danneggiati ma suscettibili di danneggiamento. C’è poi un Dpr emanatol’8 agosto 1994 che impone ai proprietari di immobili, ai gestori di attività e agli amministratori di condominio di notificare all’ASL di competenza la presenza di amianto.
Accanto alle vicende Fibronit e Torre Quetta si sono sviluppate nuove consapevolezze. Si è fatta, inoltre, più pressante la macchina dei controlli. Fatto sta che lo Spesal ha approvato piani di lavoro di oltre duemila tonnellate di amianto a base annua. Un risultato eccezionale se si considera che la maggior parte degli interventi riguarda piccole quantità (un pluviale, un cassone, un metro quadro di tettoie), di materiali contenenti amianto. Segno che, al di là delle inevitabili distorsioni di chi si libera abusivamente di tali rifiuti, commettendo un reato, una considerevole maggioranza di cittadini ha preso coscienza e rispetta la legge,
ha spiegato Maria Maugeri, assessore all’ambiente del Comune di Bari.
Via | Gazzetta del Mezzogiorno
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