Inquinamento
Processo Eternit: Stephan Schmidheiny condannato a 18 anni di reclusione
Condanna a 18 anni per il magnate svizzero Stephan Schmidheiny al termine del processo d’appello. Risarcimenti da 31 e 20 milioni di euro per il Comune di Casale Monferrato e la Regione Piemonte
Appello Eternit: le reazioni alla sentenza
Inutile dirlo, l’eroe è sempre lo stesso, il pm Raffaele Guariniello che da quarant’anni lotta per la sicurezza sul luogo di lavoro e sin dagli anni Settanta ha seguito le vicende dell’Eternit di Casale Monferrato. Per il magistrato torinese
questa sentenza è un inno alla vita, è un sogno che si avvera. Questa sentenza ci dice che non è mai azzardato sognare.
La condanna sta a dimostrare che questo disastro non doveva accadere. Sui risarcimenti non lasceremo nulla d’intentato, questa condanna deve far riflettere sulla qualità dello sviluppo industriale in Italia e nel mondo. Bisogna smettere di fare profitti sulla pelle dei cittadini,
ha dichiarato Bruno Pesce, presidente dell’Associazione dei familiari vittime dell’amianto.
Per Nicola Pondrano quella di oggi è:
Una sentenza ricca di luci e ombre perché vengono ridotti gli anni presi in considerazione dalla corte, sono stati neutralizzati i periodi fino al 1976 quando Schmidheiny non era al comando della multinazionali, e poi scompaiono gli anni dell’amministrazione controllata. Da un lato la condanna di primo grado è stata aumentata, ma dall’altra il ruolo di Schmidheiny appare ridimensionato.
Per l’onorevole Fabio Lavagno di Sinistra Ecologia e Libertà
la sentenza del Processo Eternit è un ulteriore passo in avanti della giustizia nei confronti di migliaia di vittime provocate della produzione di manufatti in amianto. È ancor più però una vittoria di una cultura ambientale e sociale che deve prevedere modelli di sviluppo in cui salute e lavoro non siano messe in alternativa. La lunga lotta, iniziata sindacalmente a Casale Monferrato oltre quaranta anni fa, trova oggi ulteriore conferma ed impegna a proseguire sulla strada di una piena consapevolezza della necessità della piena e completa bonifica e della necessità della ricerca medica. La sentenza per quanto in parte riveda quella di primo grado, sia relativamente ai periodi che alla novità della scomparsa di uno degli imputati ha qualcosa di storico e decisivo. Occorre ora fare piena luce rispetto alla certezza dei risarcimenti alle parti civili. In questo senso potrebbe essere fondamentale il ruolo del Governo, che sino ad ora non si è costituito nelle varie fasi processuali nello svolgere attività di coordinamento per il recupero di queste ingenti somme che sono fondamentali alla bonifica, alla ricerca medica e alla doverosa ricerca di giustizia dei famigliari
Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’Osservatorio Amianto, per il quale la
sentenza incoraggia la battaglia delle vittime dei familiari e delle persone oneste per un mondo migliore senza amianto e senza quella sete di profitto cui sacrificare vite umane.
Cosa succederà dopo la sentenza d’appello Eternit
Nelle prossime settimane ci sarà una verifica sui beni aggredibili del patrimonio di Stephan Schmidheiny, ma la normativa elvetica è tutt’altro che semplice e, quindi, potrebbe volerci parecchio tempo. A rallentare ulteriormente l’iter risarcitorio il fatto che le sentenze della magistratura italiana non sono immediatamente esecutive ma occorre ottenere dall’autorità giudiziaria elvetica la delibazione ovverosia la conferma dell’esecutività della sentenza. Sono praticabili i sequestri preventivi ai quali deve però seguire in ogni caso la delibazione.
Per la Regione Piemonte 20 milioni di euro di risarcimento
Risarcimento di 30,9 milioni di euro per il Comune di Casale Monferrato, di 20 milioni di euro per la Regione Piemonte, 350mila euro per la Regione Emilia Romagna, 100mila euro per AFEVA (l’associazione Familiari e Vittime Amianto), provvisionali fra i 200 e i 150mila euro per molti comuni del Monferrato. Sebbene siano state rigettate le domande risarcitorie di INPS e INAIL, i risarcimenti interessano anche Legambiente (100 mila euro), Wwf (70mila), Balzola (250 mila), Mirabello 150, Pontestura 200. Rubiera, dove aveva sede un altro stabilimento Eternit, verrà risarcita con 2 milioni di euro, mentre ben 5 milioni andranno all’ASL di Alessandria ce più di ogni altra Azienda Sanitaria Locale si è dovuta confrontare con il dramma dei mesoteliomi e delle asbestosi derivanti dalla produzione dell’amianto.
Le provisionali andranno pagate dall’imputato Stephan Schmidheiny e i responsabili civili Anova, Becon e Amindus, società collegate al magnate svizzero.
Il giudice Alberto Ogge sta leggendo la sentenza dell’appello Eternit
Il giudice Alberto Ogge sta leggendo i nomi delle vittime amianto che dovranno essere risarcite dall’imputato Stephan Schmidheiny. La Corte d’Appello di Torino ha ritenuto il miliardario elvetico responsabile di disastro anche per gli stabilimenti Eternit di Bagnoli (Napoli) e Rubiera.
Nell’elenco degli aventi diritto alle provvisionali sono state incluse una serie di parti civili che erano state escluse in primo grado e che si erano successivamente appellate affinché venisse loro riconosciuto un risarcimento. Nell’aula magna del Tribunale di Torino sono presenti alcuni dei famigliari delle vittime, ma anche operai delle Officine Grandi Riparazioni di Bologna e molti rappresentanti dell’Andeva, associazione che difende migliaia di vittime in Francia.
Estinzione di ogni reato per Louis De Cartier
I reati imputati a Louis De Cartier, sono decaduti per il decesso dell’imputato, avvenuto lo scorso 21 maggio. I giudici si sono pronunciati direttamente per l’assoluzione per alcuni degli episodi contestati, mentre hanno dichiarato il non luogo a procedere data la morte dell’imputato per gli altri.
Condanna a 18 anni di reclusione per Stephan Schmidheiny
È stato condannato a 18 anni di reclusione l’imprenditore elvetico Stephan Schmidheiny, imputato a Torino nel processo Eternit. L’accusa è di disastro ambientale doloso e omissione dolosa di misure di sicurezza. In primo grado era stato condannato a 16 anni.
Processo Eternit: oggi la sentenza d’appello sulle morti per amianto
Ore 10:00
Quest’oggi al Tribunale di Torino verrà emessa la sentenza d’appello del secondo grado del processo Eternit iniziato lo scorso 13 febbraio. Uno dei due imputati Louis de Cartier de Marchienne è deceduto lo scorso 21 maggio e nella penultima udienza del processo d’appello di lunedì 3 maggio il giudice Alberto Ogge aveva chiesto che venisse verificata la veridicità del certificato di morte del barone belga scomparso all’età di 91 anni. Il decesso di de Cartier rischia di privare 1500 parti civili delle provisionali.
Foto © Getty Images