Cronaca ambientale
Disastro ambientale all’ex Italsider e Eternit di Bagnoli per omessa bonifica
Amministrazione controllata per Bagnolifutura e manette per 20 indagati per truffa per omessa di bonifica.
Sono 21 gli indagati per truffa per omessa bonifica dell’ex Italsider area industriale che sorgeva a Bagnoli, quartiere di Napoli che affaccia sul mare. E in quella meravigliosa zona di spiagge e rocce piuttosto che investire in turismo e creare benessere puntando su strutture ricettive sin dagli inizi del 900 pensarono a strategie industriali e ci piazzarono una bella acciaieria con altoforni, poi smontati negli anni 90 e venduti ai cinesi.
I reati ipotizzati vanno dalla truffa, al falso al disastro ambientale e il provvedimento di circa 30 pagine è stato firmato da un gip collegiale. Da questa mattina dunque Bagnolifutura avrà un amministrazione controllata e il magistrato in pensione Omero Ambrogi è stato individuato dai giudici quale custode dell’area e anche attuale presidente della società.
Tra i 21 indagati risultano esserci funzionari Arpac e del Ministero dell’Ambiente. E sostanzialmente i giudici hanno rilevato che i rifiuti industrili sono esattamente negli stessi posti, ovvero la colmata, in cui furono lasciati sin dagli anni 60.
Nel 2008 il portavoce di Bagnolifutura scriveva sul blog della società a proposito delle lamentele dei cittadini sui ritardi delle bonifiche (già allora):
ma per spiegare doverosamente ai lettori e ai cittadini che le cause sono tutte imputabili a fattori esterni alla società Bagnolifutura. Innanzitutto, la mancata identificazione del sito dove collocare i materiali inerti, conseguente anche alle proteste dei cittadini delle zone interessate, ha provocato da luglio 2006 l’interruzione delle lavorazioni, riprese a pieno ritmo solo a dicembre 2007. E poi l’aver rinvenuto una quantità di materiali contenenti amianto da portare a discariche specializzate superiore a quella prevista inizialmente che ha allungato i tempi delle operazioni. Solo grazie all’azione della Bagnolifutura, che ha presentato al Ministero dell’Ambiente un progetto di Variante all’originario Piano di Bonifica, in base al quale, attraverso un progetto di ingegneria naturalistica, è stato deciso il riutilizzo dei materiali all’interno dello stesso sito di Bagnoli, per la messa in sicurezza del costone di Posillipo, è stato possibile riprendere a pieno ritmo le attività di bonifica, non prima, però, che fosse approvato il un nuovo Accordo di Programma che ha recepito tale Variante, sottoscritto a dicembre 2007. Naturalmente ciò ha comportato una ricontrattazione dell’appalto con l’impresa che ha vinto la gara pubblica per la bonifica, dei cui maggiori oneri si è fatta responsabilmente carico la Bagnolifutura. Nel frattempo, grazie all’approvazione definitiva del Piano Urbanistico Attuativo, è stato possibile realizzare una bonifica differenziata delle aree a seconda della destinazione d’uso delle stesse.
Ma per la magistratura resta dunque tutto da verificare tant’è che ha disposto il sequestro di tutta l’area.
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