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Discarica sequestrata a Palermo: il percolato rischia di contaminare le falde acquifere

Nelle prossime settimane occorrerà portare a termine la realizzazione della sesta vasca della discarica di Bellolampo

La discarica di Bellolampo che raccoglie i rifiuti di Palermo è stata posta sotto sequestro dalla Procura del capoluogo siciliano. L’ipotesi dei pm è quella di disastro ambientale a causa della formazione di un enorme lago di percolato. Nonostante la discarica rimanga utilizzabile, la gestione dell’AMIA, già commissariata dal 2010, è stata affidata all’assessore regionale all’Energia, l’ex pm Nicolò Marino che, nei prossimi giorni, dovrà individuare un custode giudiziario.

Acqua, aria e suolo, il rischio di disastro ambientale sarebbe totale, con il rischio di pesanti ricadute sulla salute di uomini e animali e sulla stabilità idrogeologica. Il problema principale resta quello delle falde acquifere.

I magistrati Claudia Ferrari, Geri Ferrara e Alessandro Clemente, nel decreto di sequestro disposto nell’ambito della nuova indagine per disastro ambientale, parlano di

comportamenti tenuti nel tempo dai soggetti responsabili nel disprezzo di ogni disposizione di legge e con la consapevolezza di realizzare fatti dagli effetti irreversibili sulla pubblica incolumità.

I pm aggiungono che

la discarica di Bellolampo è andata sempre più deteriorandosi soprattutto per la presenza del percolato. Il percolato era stato asportato ma si è nuovamente riformato e aumenta sempre di più. E come è stato accertato ha la tendenza a infiltrarsi, attraverso il terreno, nelle falde acquifere dove provoca inquinamento e pericolo per la salute pubblica.

Altra priorità, in questa situazione di emergenza, è la messa in sicurezza della vasca che per qualche settimana continuerà ad accogliere i rifiuti fino alla definitiva chiusura di aprile. In queste settimane, inoltre andrà completata la realizzazione di una sesta vasca che diventerà operativa prima della chiusura dell’altra. Sarà una corsa contro il tempo e contro la burocrazia, affinché non si verifichi l’imponderabile e cioè l’inutilizzabilità della discarica palermitana. Che lascerebbe nel caos una città di 653mila abitanti.

Via I Giornale di Sicilia

Foto © Getty Images

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