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Le vongole aliene che minacciano l’ecosistema del Lago Maggiore

Il Cnr sta studiando il modo migliore per fronteggiare l’invasione dei molluschi iniziata nel 2007

L’invasione risale al 2007. È in quell’anno che la Corbicula fluminea e la Sinadonta woodiana, due molluschi provenienti dall’Asia, sono arrivati nelle acque del Lago Maggiore minacciandone l’ecosistema. Queste vongole, catalogate fra le 100 specie più invasive del pianeta, sono state trasportate da alcune imbarcazioni provenienti dall’Oriente e nelle acque dolci del Lago Maggiore hanno trovato un habitat ideale per moltiplicarsi in progressione geometrica.

La primavera e l’estate sono le due stagioni che favoriscono la proliferazione. Nel luglio 2012 l’invasione, partendo da sud, aveva raggiunto Laveno sulla sponda lombarda e Pallanza su quella piemontese: tre miliardi di esemplari secondo le stime di sette mesi fa. Il CNR che ha individuato il fenomeno e che, da allora, ne sta monitorando l’espansione aveva valutato una densità di 2800 esemplari per mq, più che tripla rispetto a quella di 900 esemplari per mq misurata nel novembre 2011. Nell’ultimo rilevamento, effettuato una settimana fa, a fronte di una riduzione del numero di esemplari, fisiologica nella stagione invernale, è stata notata una proliferazione piuttosto anomala di “piccoli” che ammonterebbero al 50% dei molluschi viventi. Un dato, dunque, che non promette nulla di buono in vista delle stagioni più calde.

L’invasione dei molluschi non è pericolosa per l’uomo ma lo è per la vita del lago. Innanzitutto perché i gusci si calcificano sul fondale creando uno strato compatto, quasi una cementificazione naturale che pregiudica l’ecosistema alterandone lo zoo plancton necessario per la sopravvivenza di alcuni pesci del luogo. Molti sono gli effetti collaterali dallo sviluppo di alghe filamentose che intasano le reti da pesca ai gusci maleodoranti che rendono le spiagge lacustri decisamente meno attraenti per i turisti. Al danno naturale, dunque, potrebbe sovrapporsi quello del turismo, uno dei principali settori dell’economia del Lago Maggiore.

Il CNR, grazie al finanziamento dei sei Rotary Club che si affacciano sul lago e all’intervento di alcuni sponsor privati, ha presentato alla Commissione Europea il progetto PROFIT BIO (PROteomic FIngerprinting Towards an Early Warning System for Alien Species threating BIO diversity).

Si tratta di un progetto volto all’identificazione delle specie aliene sin dall’individuazione delle strutture larvali

spiega Nicoletta Riccardi che coordina il progetto per conto del Cnr.   

Un progetto perfettamente in linea con una recente risoluzione del Parlamento Europeo (European Parliament resolution of 20 April 2012 on our life insurance, our natural capital: an EU biodiversity strategy to 2020 (2011/2307(INI)) che richiede alla Commissione Europea e agli Stati Membri la definizione e l’applicazione di misure preventive per impedire l’ingresso di nuove specie aliene e la diffusione di quelle già insediate in alcune aree del territorio.

Foto © Getty Images

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