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Energia

Energia: è polemica sul progetto per la centrale idroelettrica a Maratea (Pz), la Perla del Tirreno

La Giunta regionale della Basilicata ha approvato un progetto per costruire una centrale idroelettrica a 30 metri dal mare di Maratea, bandiera blu.

Il 30 novembre scorso la Giunta Regionale della Basilicata ha dato il via libera alla realizzazione della centrale idroelettrica a Fiumicello di Maratea (Pz), città ribattezzata “la Perla del Tirreno” per le meraviglie naturali nelle quali è incastonato questo gioiello del Mediterraneo.

La delibera è la n.1650 e sta scatenando polemiche feroci e ricorsi alle autorità, visto e considerato l’alto impatto ambientale, nonchè economico, su un territorio che vive fondamentalmente di turismo: gli abitanti hanno costituito un comitato proprio per scongiurare il rischio di un’opera così impattante a ridosso del mare (nella foto il punto esatto in cui il torrente sfocia in mare), con l’aggravante che Fiumicello rappresenta per Maratea la frazione ad alto impatto turistico, grazie all’accesso al mare particolarmente agevole.

Stando al progetto approvato in Regione, la centrale idroelettrica di Maratea sul torrente Fiumicello dovrebbe essere realizzata a circa 30 metri dal mare, veicolando le condotte (si legge nel ricorso presentato al Tar dall’avvocato Oreste Morcavallo) a meno di quattro metri da alcune case, in terreni coltivati a frutteto (espropriati) e vicino ai due lidi di Fiumicello (Le Pergole e L’Approdo, di cui uno infrastrutturato): un’opera che, secondo il ricorso, danneggerebbe irreparabilmente l’ambiente e l’economia dell’intera zona, mettendo a rischio una parte delle attività turistiche della Perla del Tirreno.

Non siamo contro le energie rinnovabili ma c’è posto e posto dove fare una centrale idroelettrica. E’ assurdo farla a 20 metri dal mare, se la spostassero più a monte non avremmo niente da ridire

ha dichiarato il marateota Marcello De Filippo a La Gazzetta del Mezzogiorno, uno dei ricorrenti, molto attivo nel “Comitato No alla centrale elettrica di Fiumicello” contro la centrale.

Amministrativamente parlando alcune gravi carenze nell’iter che ha portato l’autorizzazione dell’opera sono anch’esse oggetto del ricorso presentato al Tar, che chiede la sospensione della delibera: in realtà, sostengono in Regione, il progetto non è nuovo ma riguarda l’adeguamento della vecchia centrale (oggi inutilizzata ed abbandonata a se stessa da anni come il più classico degli ecomostri).

Tuttavia sono in molti a chiedersi come mai, trattandosi di un adeguamento, il vecchio tracciato è stato sostanzialmente abbandonato nel nuovo progetto, che ne ha individuato uno ex novo che tuttavia costeggia la spiaggia di Fiumicello di Maratea.

Il corso d’acqua Fiumicello nasce sul monte Crivo, alto 1277m, e scorre per soli 4km nella valle di Maratea prima di sfociare in mare: secondo il Comitato i salti di quota (che permettono alle centrali idroelettriche lo sfruttamento della pressione idrodinamica per la produzione di energia) sono numerosi nella valle e permetterebbero ugualmente di sviluppare la potenza prevista dal progetto della nuova centrale, 310KW, senza dover arrivare a costruire sullo splendido arenile.

Dello stesso parere anche l’amministrazione comunale di Maratea, contraria fin da subito al progetto:

l’intervento viene proposto in un’area a forte vocazione e densità turistica, a ridosso di strutture alberghiere e di una spiaggia tra le più importanti e frequentate di Maratea, in un contesto ambientale inidoneo alla collocazione di una centrale idroelettrica.

La società che dovrà realizzare l’opera ha già ottenuto, a tempo quasi record, l’autorizzazione della Conferenza dei servizi, illegittima secondo i ricorrenti: il progetto prevede che comunque la centrale venga resa inattiva durante la stagione estiva (1 luglio – 30 settembre) così da non creare disturbi ai turisti e ad essere il meno impattante possibile sull’economia locale, ma questo confermerebbe, secondo molti, solo la pericolosità del progetto stesso.

La precaria situazione idrogeologica del territorio che, a causa anche degli incendi estivi degli ultimi anni, è ritenuto ad alto rischio (le frane che si verificano proprio a monte dell’area del progetto, con regolarità quasi ogni inverno e primavera, ne sono la dimostrazione), è solo un’altra carta a favore del Comitato.

Gli espropri, lamentano i proprietari terrieri colpiti dai provvedimenti, sono stati inoltre poco trasparenti: molti di loro sono venuti a conoscenza del progetto solo a fronte della notifica, pochi giorni prima dell’approvazione della delibera:

ogni procedura e fase di progettazione della centrale in questione si è esplicata in maniera estremamente silenziosa. Siamo stati colti alla sprovvista. […] perchè il progetto è stato presentato dapprima come una ristrutturazione di una vecchia costruzione e poi, man mano in maniera silente, sono state cambiate le carte in tavola?

ha dichiarato la biologa marateota Rita Montesano al quotidiano Eco di Basilicata qualche settimana fa.

Non una battaglia contro il progetto in quanto tale, ma contro il caso specifico perchè il luogo non è adeguato (e chi conosce quella spiaggia lo immagina perfettamente): di Maratea, la Perla del Tirreno alla quale viene regolarmente riconosciuta dall’FEE (Foundation for Environmental Education) la Bandiera Blu di mare pulito e luogo di presentazione, nell’anno 2012, del rapporto di Goletta Verde sui mari di Basilicata, il più grande giacimento di ancore ed anfore di epoca romana dell’intero mar Mediterraneo, un luogo che incanta gli occhi, il cuore e la mente di chi ci capita anche solo per sbaglio, ne scrisse persino il giornalista Indro Montanelli

Forse in Italia non c’è paesaggio e panorama più superbi. Immaginate decine e decine di chilometri di scogliera frastagliata di grotte, faraglioni, strapiombi e morbide spiagge davanti al più spettacoloso dei mari, ora spalancato e aperto, ora chiuso in rade piccole come darsene. La separa da una catena dolomitica, tutta rocce color carnicino, punteggiata di villaggi semiabbandonati, di castelli diruti e antiche torri saracene, un declivio boscoso rotto da fiumiciattoli e torrenti e sepolto sotto le fronde dei lecci e dei castagni.

Un luogo magico che non merita il destino che si profila per esso ma che va tutelato anche a fronte dei riconoscimenti internazionali che la rendono meritevole del nome che porta.

Foto | Marcello De Filippo su Facebook

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