Energia
La Svizzera scommette sulla geotermia
Nel cantone di Ginevra si è scelto di puntare sulle centrali geotermiche. L’obiettivo è arrivare a coprire due terzi del fabbisogno in termini di calore entro il 2020
Questa primavera San Gallo aveva deciso di cessare la propria esperienza con la geotermia dopo che le trivellazioni avevano causato un terremoto di magnitudo 3,5 della scala Richter. Qualche settimana fa, però, Ginevra ha deciso di andare controcorrente e il cantone romando ha fatto sapere di voler puntare su questa tecnica come fonte di energia.
Negli scorsi giorni sono iniziati i sondaggi, con un camion venuto appositamente dalla Danimarca per far vibrare il suolo fra Chancy e Bernex, le due località fra le quali dovrebbe nascere la nuova centrale geotermica.
Le onde sono state inviate fino a 1500 metri di profondità e i feedback, rappresentati dagli echi, sono stati in seguito captati e analizzati, con lo stesso metodo utilizzato per le ecografie o per i sonar di un battello.
Il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Ginevra (Unige) si occuperà di compilare e analizzare i dati raccolti. Da oggi al 2020 l’investimento nel programma di geotermia sarà nell’ordine di 20 milioni di franchi. E così mentre altrove si smobilita, il cantone ginevrino ripone grandi aspettative nella geotermia per far fronte alle proprie esigenze energetiche.
Secondo le stime, al termine dei lavori l’energia termica potrebbe coprire i due terzi del fabbisogno dei ginevrini in termini di riscaldamento. La geotermia consentirà al cantone di ridurre la dipendenza dalle fonti fossili che costituiscono attualmente il 70% dell’energia consumata a Ginevra.