Cronaca ambientale
“Il Rifiuto del Sud”, un libro che scoperchia le logiche di potere, e di consenso, sulle emergenze rifiuti
Il nuovo libro di Massimiliano Iervolino entra dentro tutte le questioni delittuose ed ambientali legate a tutte le emergenze rifiuti di Sicilia, Calabria e Campania: come la politica controlla i consensi grazie alla monnezza.
Si è tenuta oggi, presso la sala principale del Partito Radicale a Roma, la presentazione del libro “Il Rifiuto del Sud – Storie di criminalità politica e controllo del consenso” scritto dal radicale Massimiliano Iervolino.
Un libro che tratta in maniera completa varie vicende legate alle emergenze rifiuti degli ultimi anni, da Palermo a Napoli, da Roma a Reggio Calabria, sia sotto il profilo tecnico che politico che processuale, in un opera di ampio respiro dal taglio amaro, che non lascia quasi scampo alle speranze del lettore perché se le ecomafie hanno corrotto le pubbliche amministrazioni, che si sono dimostrate incapaci di agire, se la politica che le governa si è dimostrata incapace di reagire e, in ultimo, se la magistratura, che dovrebbe ravvisare e punire reati ed illeciti, si è mostrata blanda, debole con i forti, lenta e farraginosa, non è allora una sorpresa la disastrosa situazione ambientale del sud Italia.
I rifiuti sono una sorta di quinto potere occulto che, vuoi per ignoranza, vuoi per lassismo, vuoi per convenienza, amministra da anni le regioni del sud Italia, avvelenandole, stringendole nella morsa fatale tra salute ed ambiente, disorientando completamente l’opinione pubblica: i rifiuti, al sud, sono lo strumento perfetto per il controllo totale e capillare del consenso politico, il leitmotiv di ogni campagna elettorale semi-permanente in qualsivoglia città, cittadina o paese da Roma in giù, uno strumento del potere reso praticamente perfetto dal sistema delle emergenze (che ormai non è più solo un sistema di gestione della cosa pubblica, ma proprio uno stato mentale del potere stesso).
Alla presentazione, moderata dal giornalista Valter Vecellio, erano presenti il parlamentare del Pd Alessandro Bratti, l’ex Presidente della Bicamerale d’inchiesta sui rifiuti Gaetano Pecorella, l’ex membro di quella Commissione, ed ex parlamentare radicale il quota Pd Elisabetta Zamparutti, il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando e l’autore del libro, il radicale Massimiliano Iervolino (alla sua terza opera).
Alessandro Bratti
Alessandro Bratti, parlamentare del Pd, ex membro della Commissione bicamerale sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, una commissione che sarà nuovamente istituita (il voto è atteso in giornata) e il cui nuovo presidente sarà con ogni probabilità lo stesso Bratti, ha sottolineato l’importanza del lavoro di quella Commissione, cui l’autore ha attinto per la stesura del libro, un lavoro passato sotto un sostanziale silenzio dei grandi media italiani. Un lavoro, quello della Commissione, che si è molto concentrato sul sud Italia:
“Tante problematiche dei rifiuti del sud sono legate alle attività imprenditoriali del nord, non c’è solo un problema di Stato ma anche di classe dirigente, di classe politica nelle istituzioni locali: ciò è evidente se pensiamo che la responsabilità del ciclo integrato rifiuti urbani è demandata alle regioni. Molte problematiche sono nate, come in Campania e Calabria, da un connubio malavitoso tra imprenditoria spregiudicata del nord e strutture mafiose nel sud, ma diventa sempre più difficile fare differenziazioni geografiche in tal senso. Oggi il vero mercato dei rifiuti è globale, il problema non è solo nazionale: occorre capire e trovare strumenti per contrastare questo fenomeno europeo.”
Bratti si è inoltre detto fortemente dubbioso sui paesi europei “virtuosi” del ciclo dei rifiuti, sull’eventuale assenza di problematiche da affrontare: si pensi al porto di Rotterdam, o a quello di Amburgo, dove ogni giorno centinaia di migliaia di container arrivano e partono, dove ogni giorno transitano milioni di euro di cocaina e, perchè no, di rifiuti pericolosi.
Gaetano Pecorella
L’ex Presidente della Commissione bicamerale d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti Gaetano Pecorella, ha lamentato come tutti gli impegni presi dalla politica, e nei convegni locali e nelle mozioni votate in Parlamento, siano sempre rimasti lettera morta. Un’indifferenza che questo libro cerca di recuperare, di portare a conoscenza dell’opinione pubblica, come dire: a futura memoria.
Pecorella si è scagliato contro la logica delle emergenze che, per qualunque cosa in Italia (dalle norme sulla stampa alla gestione dei rifiuti), viene messa in campo con rinnovato vigore:
“La mancata gestione dei rifiuti è collegata ad uno Stato che non esiste e la società diventa dunque un terreno di scontro di lobby. […] L’emergenza in Italia non viene affrontata, viene creata: l’emergenza fa saltare tutte le regole (democratiche, economiche, di diritto); è, questa, una caratteristica comune a tutte le emergenze che abbiamo avuto in Italia. Altro punto è la gestione commissariale, la faccia personale dell’emergenza: nella mia attività ho ascoltato più di un commissario e ci siamo sempre chiesti sulla base di quali criteri vengano scelti i commissari straordinari, assolutamente non idonei ad adottare i problemi. Su Roma, ad esempio, il primo commissario (Giuseppe Pecoraro, ndr) sosteneva di non avere mai visto i siti che poi indicava più idonei per la nuova discarica.”
Pecorella ha spiegato come esista, nel concreto, una responsabilità sociale di tutto il nord Italia e di come non ci siano stati, nè mai ci saranno, interventi in tal senso: eppure i camion di fanghi industriali provenienti dal nord continuano a scendere e quelli carichi di Rsu delle città del sud a salire, direzione incenerimento. La Sicilia, sostiene Pecorella, vive una situazione veramente al limite: la discarica di Bellolampo è un inferno a cielo aperto.
“Percolato che cola come rivoli, tipo ruscello di montagna, una montagna che è l’orrore su cui abitualmente vanno a “pascolare” i gabbiani: una delle imbecillità di chi non ha affrontato i problemi è che c’è circolarità nel veleno: il gabbiano mangia i rifiuti, ingerisce il percolato, vola e muore. I pesci mangiano il gabbiano. Noi mangiamo il pesce.”
ha detto Pecorella (parafrasando un vecchio pezzo, sullo spazzolino da denti, di uno spettacolo di Beppe Grillo). Secondo l’ex Presidente della Commissione la mafia oramai non ha più bisogno di infiltrarsi tra le pieghe burocratiche e negli appalti, non è più interessata al 2% dell’affare come è sempre stato, ma all’intera torta.
Risalendo lo stivale, arrivando in Campania, Gaetano Pecorella si è scagliato contro le ecoballe:
“E’ una balla chiamarle ecoballe: sono rifiuti tenuti sotto ad un telo di plastica da più di dieci anni, che producono ho hanno prodotto percolato in zone agricole e di allevamento. Se prendessero fuoco, per dolo o colpa di qualcuno o qualcosa, si sprigionerebbe una nube enorme di diossina che investirebbe Avellino, Caserta e fino alla città di Napoli: nessuno si preoccupa di questo, ed è davvero inspiegabile.”
Ha infine ricordato la drammatica situazione in Calabria, in particolare nella zona di Crotone, città con un’eredità di rifiuti tossici impressionante: addirittura due scuole hanno avuto i pavimenti composti da miscele di rifiuti tossici (una è stata chiusa, per l’altra il pavimento è stato rivestito). Il mare crotonese è invece una distesa di rifiuti tossici, anche di aziende pubbliche, provenienti dal nord Italia. La soluzione? Proibire la pesca e la balneazione per un perimetro di 4×4 miglia.
Elisabetta Zamparutti
La ex parlamentare del Pd, in quota Radicali Italiani, Elisabetta Zamparutti ha parlato chiaramente di una situazione che, al suo insediamento in Commissione, ha definito “sconcertante”: nessun’anagrafe, nessuna contabilità sui rifiuti, nessuna informazione che potesse aiutare a tracciare un quadro attendibile:
“Per questo ricordo come anche i Radicali avanzarono la proposta di anagrafe pubblica nel ciclo dei rifiuti, perchè l’opacità dell’informazione e della gestione del ciclo dei rifiuti è una causa importante della situazione attuale, descritta nel libro. Acquisire informazioni da parte di un governo centrale sui quantitativi produzione, le percentuali di raccolta differenziata, l’impiantistica, etc, contribuirebbe a portare più chiarezza rispetto alla grande nebulosa intricatissima dell’attuale gestione dei rifiuti in italia. Occorre lavorare sulla trasparenza.”
Il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando
Il ministro Andrea Orlando, giunto in lieve ritardo e fuggito in lieve anticipo, ma del quale vi proponiamo l’intervento integrale, ha invece puntato il dito sule mafie, che in Campania hanno la garanzia di gestire militarmente un intero territorio, e sulle politiche che ha intenzione di attuare:
“Ritengo assurdo che i rifiuti industriali continuino a viaggiare indisturbati tra regioni, sto lavorando su questo: il problema non è tanto il traffico dei rifiuti, ma il perchè questi finiscano sempre in regioni a rischio. Ho inoltre promosso un protocollo tra le prefetture di Napoli e Caserta per il riuso dei pneumatici, che sono il combustibile principale nella “Terra dei fuochi”, il nuovo step dello smaltimento illegale. Si deve costruire un sistema di monitoraggio aereo, con cui già lavora la procura di Santa Maria Capua Vetere. In Campania l’emergenza è anche politica: la sovranità su quel territorio non è, non era, esercitata dallo Stato ma da altri poteri.”
In quella zona il dominio militare dei clan gli ha garantito il controllo totale del consenso sulla popolazione, per questo oggi (secondo il ministro) restìa alla costruzione di nuovi impianti: la Camorra, che ha sfruttato le discariche abusive ed il territorio in modo indisturbato, si è così garantita (cosa sfruttata anche da un importante pezzo imprenditoriale del nord Italia) soldi e amicizie.
Il ministro ha inoltre parlato in modo approfondito delle carenze impiantistiche, della raccolta differenziata, di come un ciclo sostenibile dei rifiuti sia anche un’arma in più contro le ecomafie: anche solo la termovalorizzazione, ha spiegato il ministro, è più facilmente controllabile rispetto ad una discarica:
“Abbiamo bisogno di un incremento del parco termovalorizzatori in Italia? L’incremento della differenziata mi da tantissimi dubbi. E lo dico sapendo che qualche impianto andrà fatto.”
ha spiegato Orlando.
L’autore, Massimiliano Iervolino
L’autore del libro, Massimiliano Iervolino, è intervenuto al termine di questa lunga presentazione e non ha lesinato parole durissime, toni forti:
“Stato Canaglia: le regioni sono state commissariate per tantissimi anni, concedendo poteri di urgenza usati da uomini dello Stato che non hanno risolto nulla. […] Si parla di queste problematiche solo con spazzatura in strada o per via dei roghi: allora la magistratura interviene, la Commissione bicamerale fa lavoro enorme passato sotto silenzio… è semplice dare le colpe a mancata gestione rifiuti a criminalità organizzata: le colpe politica sono enormi. Le tre regioni del libro (Sicilia, Calabria e Campania) hanno prodotto tonnellate di carta contenenti i piani di gestione rifiuti regionali, ma nessuno li ha mai rispettati. L’Europa pure interviene solo su situazioni ormai al limite (come Napoli) o dopo aver ricevuto numerose segnalazioni dai cittadini (come a Malagrotta, Roma): la politica ha usato la monnezza come mezzo per controllare territorio e consenso.”
Per l’intera presentazione potete cliccare al link di Radio Radicale, qui.