ENERGIE
Un giugno da record per le energie rinnovabili: in Italia superate le fonti fossili
L’esplosione dell’estate specialmente al centro-sud, lo scioglimento dei grandi quantitativi di neve accumulatisi ad alta quota e il contributo dei fenomeni ventosi, sono stati i principali fattori del concorso di cause che ha favorito la straordinaria performance delle energie rinnovabili in Italia, nel mese di giugno.
A giugno la produzione da fonti rinnovabili tocca il 50,2%: grande crescita nella produzione idroelettrica, solare ed eolica rispetto allo stesso mese del 2012
Dal giugno 2012 al giugno 2013 l’incidenza mensile della produzione di energia rinnovabile sul totale dell’energia prodotta nel nostro Paese è passata dal 38,2% al 50,2%, mentre i consumi sono calati del 6,2%.
Fotovoltaico, eolico e idroelettrico fanno registrare livelli record di produzione, mentre la produzione termoelettrica crolla del 22,8% con gli impianti a gas e a carbone in netto calo.
Giugno è il punto culminante di una tendenza registrata finora lungo tutto il primo semestre del 2013 con una produzione in calo del 4,1% e un comparto termoelettrico che fa registrare un -16,3% e fonti rinnovabili in grande crescita: mentre idroelettrico (+37,9%), eolico (+31,4 %) e fotovoltaico (+15,2%).
Domenica 16 giugno, per un’ora, le energie da fonti rinnovabili hanno addirittura coperto il 100% del fabbisogno, mentre sul totale della mensilità la copertura è stata del 44,3%.
L’evoluzione è chiarissima. Avanzano le fonti rinnovabili e arretrano le fossili. Viene da chiedersi se la politica ne sia al corrente. Mentre la generazione di energia pulita – che fa risparmiare sull’import di fonti fossili, crea lavoro e azzera le emissioni inquinanti – è oramai in grado di dare un contributo essenziale al fabbisogno del Paese, da più parti giungono segnali inquietanti, di fondi a pioggia per premiare produzioni vecchie e inefficienti, sempre più incapaci di tenere il mercato,
spiega Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia, secondo la quale
sembra che il Ministero per lo Sviluppo Economico stia approntando, senza trovare resistenze da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, un piano di sussidi per il settore termoelettrico pari a 400-500 milioni di euro all’anno, nei prossimi tre anni, fino a crescere a 1,5-2 miliardi all’anno dal 2017.
Via | Ansa
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