Seguici su

Acqua

Met Office: il riscaldamento globale non è in pausa, ma ora scalda di più gli oceani

Secondo il Met Office inglese il global warming non è per nulla in pausa: il leggero rallentamento nella crescita della temperatura dell’aria è dovuto ad un maggiore assorbimento di calore da aprte degli oceani, per cui il livello del mare salirà di più

Nell’ultimo decennio le temperature globali dell’atmosfera sono aumentate un po’ più lentamente che in precedenza (anche se il trend di lungo periodo è sempre in crescita, come si vede nella gallery in fondo), al punto che persino illustri climatologi si sono spinti a ritenere che il global warming sia in pausa.

Parlare solo di riscaldamento dell’aria tuttavia è riduttivo, dal momento che solo il 2,3% del forcing radiativo (1) contribuisce a scaldare l’atmosfera: il grosso dell’energia (93,4%) va a riscaldare gli oceani, come si può vedere dal grafico in alto (2).

Il 60% dell’energia finisce nei primi 700 m d’acqua, mentre il resto scalda gli oceani in profondità. Questo non è senza conseguenze per noi, perchè il riscaldamento degli oceani porta naturalmente ad un aumento di volume dell’acqua che contribuisce all’innalzamento dei mari più della fusione dei ghiacciai.

Secondo i ricercatori del Met Office inglese, il rallentamento nella crescita della temperatura dell’aria è dovuto ad un leggero spostamento dei flussi di calore verso gli oceani, come daltronde avevano già affermato all’inizio dell’anno:

Le piccole fluttuazioni di anno in anno sono dovute alla variabilità naturale del sistema vlimatico e nonhanno alcun impatto significativo sul global warming di lungo periodo.

Secondo il Met Office,  l’attuale rallentamento delle temperature atmosferiche potrebbe spostare in là al massimo di una decina d’anni il momento di superamento dei 2°C, un’inezia sul piano planetario, ma forse una benedizione per l’umanità che  avrà un poì più di tempo per la transizione dai fossili alle rinnovabili.

Commento alla gallery:

Immagine 1: dove finisce l’energia extra intrappolata sul pianeta.

Immagine 2: variazione delle temperature degli ultimi 260 anni con il confronto tra le tre ricostruzioni dei dati, dovute alle americane NASA e NOAA e all’inglese CRU.

Immagini 3 e 4: come viene analizzato l’andamento delle temperature globali dai negazionisti e dagli scienziati.

(1) Il forcing radiativo rappresenta l’energia extra che non abbandona il nostro pianeta

(2) L’ordinata del grafico non è una temperatura, ma l’energia accumulata (se positiva) o ceduta (se negativa) dagli oceani anno dopo anno; la scala è espressa in 10^22 joule. Tanto per fare un confronto,  nel 2012 il consumo globale di energia da parte dell’umanità è stato pari a circa 5*10^20 J, cioè 200 volte più piccolo. Mi duole notare che nel grafico gli autori dell’articolo hanno usato scorrettamente l’espressione “contenuto di calore” (heat content) invece che il corretto “flusso di calore”, oppure meglio ancora “variazione dell’energia interna”.  Il calore è un flusso (conduttivo, convettivo o radiativo) ai confini del sistema che fa variare il contenuto di energia del sistema (detta appunto interna). Parlare di “contenuto di calore” è un nonsense, perchè il calore (come il lavoro) è un flusso e non uno stock. Mannaggia, la termodinamica andrebbe insegnata a tutti fin dalle elementari!!

Dove finisce l'energia extra intrappolata sul pianeta
Global warming: energia e temperatura Dove finisce l'energia extra intrappolata sul pianeta Variazione delle temperature globali degli ultimi 260 anni Come il global warming è visto dai negazionisti Come il global warming è visto dagli scienziati

Ultime novità