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Il ghiaccio artico fonde più in fretta anche perchè riflette meno la luce solare

Secondo uno studio finlandese il potere riflettente del ghiaccio artico è diminuito del 15% negli ultimi 30 anni. Assorbendo più energia fonde quindi più in fretta.

E’ proprio il caso di dire che il ghiaccio non è più quello di una volta. Uno studio finlandese appena pubblicato su Climate Change mostra che l’albedo (cioè il potere riflettente) del ghiaccio artico è calato di 0,03 per ogni decennio (1). Questo ha portato ad una diminuzione complessiva del 15% negli ultimi 30 anni.

Questo non è dovuto, come si potrebbe pensare, alla fuliggine o all’inquinamento, ma alla presenza di uno strato di acqua sopra il ghiaccio, che riduce in modo significativo la riflessione della luce.

Ecco un altro esempio di feedback positivo (2), dopo quello del metano nel permafrost di cui abbiamo parlato qualche giorno fa: un maggiore forcing radiativo fonde il ghiaccio, l’acqua riflette meno e la fusione accelera.

Questo potrebbe spiegare il fatto che il ghiaccio polare fonde ad un ritmo superiore a quello previsto dai modelli climatici dell’IPCC. Lo scorso settembre si è arrivati al minimo assoluto di 3,5 milioni di km quadrati e la fusione completa potrebbe essere questione di meno di un decennio.

(1) L’albedo è la frazione di radiazione incidente riflessa da una certa superficie; è pari a 1 per un corpo perfettamente riflettente ed è zero per un corpo nero.

 (2) “Positivo” non significa “benefico”, ma che il feedback rafforza l’azione che lo ha provocato, come nel caso di una valanga.

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