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Alimentazione

Putin fa la guerra del cioccolato all’Ucraina

Vladimir Putin vieta l’ingresso in Russia dei cioccolatini dell’azienda ucraina Roshen poiché il suo proprietario Petro Poroshenko è pro Europa

La guerra si può fare anche a colpi di cioccolato, almeno secondo Putin lo zar di Russia che lo scorso 29 luglio ha imposto i divieto di importazione nel suo paese dei prodotti a base di cioccolato della Roshen famosa azienda dolciaria ucraina di proprietà del ministro degli Affari esteri e Commercio e miliardario Petro Poroshenko. La decisione è stata presa due giorni dopo l’incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo ucraino Viktor Yanukovich. La visita è stata rapidissima, meno di 15 minuti. E dopo due giorni la decisione di vietare l’ingresso ai cioccolatini.

La versione ufficiale della Russia fornita dal capo ispettore sanitario Gennady Onishchenko riferisce di prodotti che non soddisfano gli standard di qualità e sicurezza. Certamente l’Ucraina è fortemente competitiva nel settore dolciario tanto che i suoi quattro maggiori produttori hanno importato macchinari da paesi occidentali e stanno esportando con successo in Russia. Secondo quanto riferito dalla stampa specializzata, le vendite Roshen hanno superato il miliardo di dollari nel 2010 e registrano una forte crescita.

Il Moscow Times ha riferito che i cioccolatini della Roshen sono stati analizzati dalla Federal Consumer Protection Service inspected che ha scoperto “impurità tossiche”, mentre il cioccolato al latte prodotto dalla società aveva tracce di benzopirene, una sostanza chimica cancerogena.

Roshen è di proprietà di Petro Poroshenko, un uomo d’affari e ministro degli Affari esteri e del Commercio il cui patrimonio è stato stimato da Forbes pari a 754 milioni di euro ed è spesso citato come una delle persone più influenti nella politica ucraina. Recentemente Poroshenko è stato a colloqui a Bruxelles con Stefan Füle, commissario dell’UE per l’allargamento e la politica di vicinato e con funzionari europei e diversi deputati. Sostanzialmente per avviare i dialoghi per l’ingresso dell’Ucraina in Europa. Ma la guerra del cioccolato appena innescata da Putin potrebbe fermarlo in questo progetto costando alla Roshen circa 200 milioni di dollari.

Il divieto dei cioccolatini Roshen si potrebbe estendere anche alla Bielorussia e al Kasakistan i quanto membri del Customs Union. Non è la prima volta che prodotti ucraini sono vietati in Russia, Nel febbraio 2012 toccò alla Onishchenko pcon l’interruzione della fornitura di formaggi.

Pavel Rozenko membro del parlamento ucraino, ha detto che il divieto di import ai prodotti dolciari della Roshen è la probabile risposta della Russia al rifiuto continui dell’Ukraina all’aderire all’Unione doganale della Russia. Ha aggiunto che si aspetta che altre misure analoghe saranno adottare da parte della Russia allorché l’Ucraina andrà a firmare un accordo di libero scambio globale con l’Unione europea. L’accordo dovrebbe essere sottoscritto il prossimo 28-29 novembre in occasione del vertice del partenariato orientale, che si terrà a Vilnius sotto la presidenza lituana UE. Diversi leader europei, soprattutto dell’ex blocco sovietico, stanno spingendo per una firma dell’accordo.

Via | Euractiv

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