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Scienza

Luca Parmitano dallo spazio racconta sul blog il terrore dell’acqua nel casco

L’astronauta Luca Parmitano scrive sul suo blog com’è andato l’incidente che ha fermato la sua passeggiata nello spazio lo scorso 16 luglio.

Dopo un mese dall’incidente che ha impedito a Luca Parmitano astronauta italiano di portare a termine la sua missione nello spazio ecco il racconto di quei minuti di puro terrore vissuti mentre il casco si riempiva velocemente di acqua. Luca Parmitano scrive il 20 agosto sul blog dell’ESA le emozioni vissute attimo per attimo e il rischio che ha corso con il casco pieno di acqua mentre cercava di agganciare un gruppo di cavi alle prese esterne della Stazione.

Mentre sta svolgendo la sua missione Luca Parmitano avverte che la situazione precipita velocemente quando si rende subito conto che c’è qualcosa che non va: sente immediatamente l’acqua salire nel casco. Non è una piccola perdita, ma un flusso consistente e la soluzione più sicura per tutti prevede l’immediato rientro nell’airlock. Ma è al buio, il sole è tramontato e l’acqua nel casco gli arriva sino al naso e forma una patina sul vetro gli impedisce ogni visuale; anche le cuffie audio sono umide e la voce dei tecnici da Houston e del collega Chris oramai è per lui un bisbiglio. Resta solo nello spazio a provvedere a se stesso con l’unica flebile voce guida di Karen all’interno della stazione.

Mentre galleggia nello spazio e con gli occhi chiusi a causa dell’acqua, ricorre al cavo di sicurezza che lo aiuta a ripercorrere la strada all’indietro per rientrare nell’airlock. Intanto anche il collega Chris riesce a raggiungerlo. Iniziano le operazioni lunghe minuti per la ripressurizzazione e Karen sgancia il casco di Luca mentre Chris, Fyodor e Pavel gli passano gli asciugamani con coi togliere via l’acqua così da non fargli rischiare l’annegamento nel casco.

Vi lascio uno dei passaggi più emozionanti del lungo racconto di Luca Parmitano che vi consiglio di leggere perché vero e bello:

Mi sposto per quello che sembra un tempo lunghissimo (e che so essere pochi minuti) E Finalmente, con grande sollievo, riesco a intravedere, oltre la cortina di acqua davanti ai miei occhi, la copertura termica dell’airlock: ancora poco e sarò al sicuro.

Foto | Courtesy NASA/ESA

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