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Gli oceani più acidi contribuiranno a riscaldare il clima per i cambiamenti del fitoplancton

In un ambiente più acido il plancton rilascia infatti meno solfuro dimetile, sostanza che generando aerosol contribuisce a raffreddare il clima riflettendo più luce solare e formando nubi. L’impatto potrebbe essere notevole, fino a mezzo grado in più nel 2100

Chi segue le questioni ambientali sa che l’eccesso di emissioni di CO2 prodotte dall’uomo sta acidificando gli oceani e che questo sta creando seri problemi per la formazione del guscio calcareo di molte specie viventi, comprese le ostriche.

Come se questo non bastasse, una ricerca appena pubblicata su Nature mostra che  oceani più acidi causeranno ulteriore global warming per i cambiamenti indotti nel fitoplancton.

Questi minuscoli esseri vegetali hanno infatti un ruolo importante nella mitigazione del clima, poichè rilasciano solfuro dimetile (quello che al mare dà il tipico odore di salsedine) che in atmosfera contribuisce alla formazione di aerosol che a loro volta riflettono la luce e favoriscono la formazione delle nubi,  fenomeni che riducono il riscladamento del pianeta.

La ricerca del Max Planck Institute mostra che l’acidificazione degli oceani riduce significativamente le emissioni di solfuro dimetile da parte del plancton, con un possibile ulteriore aumento di temperatura di 0,23-0,48 °C entro fine secolo.

Quanti sono ancora i fattori che ancora non conosciamo che potrebbero accelerare il riscaldemento? Quanti i feedback positivi che possono scatenare un effetto valanga? Questo dovrebbe insegnarci la massima precauzione e la massima priorità nel combattere i cambiamenti climatici.

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