Cronaca ambientale
Rifiuti di Roma, le proteste dei comitati e la possibile “miniproroga” per Malagrotta
Al tavolo tecnico organizzato oggi al Ministero dell’Ambiente i comitati vengono lasciati fuori. Si parla di una possibile mini-proroga per la discarica di Roma Malagrotta
Mancano davvero pochissimi giorni alla chiusura definitiva della discarica di Roma Malagrotta e ancora non è chiaro dove verrà stoccata l’immondizia che Roma e la Città del Vaticano producono ogni giorno: il 30 settembre infatti la discarica più grande d’Europa dovrebbe chiudere per sempre.
Scrivere di rifiuti romani rende però necessario ed obbligato l’uso del condizionale come tempo verbale, non fosse altro perchè, per chi osserva e ricorda la storia recente di Roma, di proroghe per Malagrotta se ne vedono oramai da almeno una decina d’anni; il tavolo tecnico convocato dal commissario straordinario Goffredo Sottile per oggi non ha discusso, tra l’altro, di discariche o inceneritori, ma di compostaggio e smaltimento della frazione umida, come se a Roma venisse fatta la raccolta differenziata.
Un tavolo tecnico al quale però i comitati No Discarica non sono stati invitati, dovendosi così accontentare del piazzale antistante al ministero dell’Ambiente:
“Oggi è stato organizzato un tavolo tecnico sui rifiuti del Lazio e il presidio No discarica Divino Amore per l’ennesima volta rimane fuori dall’incontro a cui da un mese chiede di partecipare. […] E’ altresì inverosimile che oggi s’incontri un tavolo tecnico al quale non si parlerà del vero nocciolo della questione, ovvero della discarica di Falcognana, bensì del compostaggio. Almeno così vogliono farci credere. Insomma, il solito tentativo di depistaggio.”
lamentano in un comunicato i residenti del Divino Amore, quadrante in cui, al chilometro 15 + 300 di via Ardeatina, dovrebbe sorgere la nuova discarica (solo per rifiuti trattati, nonostante le cifre non siano mai state rese note e nonostante tonnellate di Cdr restino stoccate nella fossa del gassificatore a Malagrotta); comitati e liberi cittadini che, organizzati in forma pacifica, promuovono l’incontro del 14 settembre prossimo dal nome “No Discariche! No Cemento!”, per poter offrire un quadro conoscitivo sulle priorità nella corretta gestione dei rifiuti a Roma.
Una gestione che, anche sulla possibile discarica al Divino Amore, fa acqua e percolato da tutte le parti: il sito infatti si trova in un’area vincolata dai Beni Culturali nell’Agro romano, grazie ad un vincolo imposto dall’allora ministro Bondi nel 2010: senza parere della Soprintendenza, dunque, non si potrà mai procedere.
Resterà sempre Malagrotta dunque? Probabilmente no, anzi sicuramente un giorno o l’altro quell’inferno verrà chiuso e, forse, bonificato, anche se probabilmente non dal 30 settembre prossimo, come spiegano i Radicali Roma:
“Visto che si continua a proclamare la chiusura dal 1 ottobre della discarica di Malagrotta e considerando che il bando ad inviti dell’Ama riguarda solo i rifiuti provenienti dagli impianti di trattamento meccanico biologico di Rocca Cencia e via Salaria, la domanda sorge spontanea: in quale discarica, in attesa del nuovo invaso di Roma, verranno smaltiti i rifiuti trattati negli impianti denominati Malagrotta l e Malagrotta 2?
È fuor di dubbio come tale quesito, a pari merito con quello relativo alla combustione del Cdr, sia di notevole interesse pubblico non solo per un problema di tariffa ma soprattutto perché queste decisioni potrebbero prefigurare nuovi contenziosi che non farebbero altro che aggravare ancor di più una situazione di per sé già molto delicata.”
scrivono in una nota Riccardo Magi e Massimiliano Iervolino, paventando una “mini-proroga” per la quale i tempi restano però nel campo delle ipotesi; tra le certezze temporali il fatto che tra 12 giorni, il 15 settembre, si chiuderà il bando Ama e l’azienda vincitrice avrà appena altre due settimane ancora per preparare il sito ed organizzare il servizio di smaltimento. C’è inoltre il problema Co.La.Ri., che dovrà continuare a garantire il trattamento di circa 1300 tonnellate di rifiuti al giorno, nonostante gli impianti non siano pronti (il problema, nello specifico, riguarda proprio quanto trattato oggi al tavolo tecnico, ovverosia gli scarti umidi ed il FOS).
Dalla Regione Lazio intanto nessuno commenta, così come al Comune di Roma: forse questa è l’unica nota positiva in tutta questa intricatissima faccenda.
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