Cronaca ambientale
Terra dei Fuochi: Erri De Luca dopo l’appoggio ai NOTAV incita contro l’inceneritore di Giugliano
La Terra dei Fuochi usata come grimaldello per la costruzione di un nuovo inceneritore a Giugliano. Ma Erri de Luca dopo le polemiche per l’appoggio ai NOTAV rilancia e invita i cittadini giuglianesi a resistere
Non si sono ancora sopite le polemiche sull’appoggio di Erri de Luca ai sabotaggi dei NOTAV che si apre un nuovo fronte, questa volta a Sud a Giugliano nel cuore della Terra dei Fuochi. E’ proprio li infatti che si concentrano gli sforzi solo politici di costruire un inceneritore accanto ai terreni contaminati della Resit cuore delle ecomafie del clan dei Casalesi. Ora, in un territorio da bonificare, interamente, si progetta di metterci un forno per bruciare rifiuti: diciamo che la logica proprio non c’è.
In ogni caso proprio ieri de Luca presenziava al Miriam Makeba Summer Fest di Mugnano dove ha detto:
Dovete farvi valle, dovete essere una comunità unita come quella della Val di Susa, e, quindi, assolutamente compatti nella lotta, perché solo così potrete riuscire a difendere il diritto di sovranità sul vostro territorio. E anche io sarò al vostro fianco
Stamattina Beppe Grillo dal suo blog pubblica un intervista in cui de Luca riprende il concetto di autodeterminazione del popolo. Ma per ritornare alla polemica di de Luca sull’inceneritore a Giugliano va detto che si innesta in un ben più complesso quadro politico. Proprio stamane su Il Mattino l’intervista rilasciata da Mario De Biase, commissario per le bonifiche della Regione Campania ha innescato risposte piccate sia dai comitati cittadini sia dalla società civile.
E l’antefatto è questo: appena 10 giorni fa Carmine Schiavone, pentito e ex ragioniere del clan dei Casalesi in pieno stile mafioso le manda a dire a qualcuno e con una serie di dichiarazioni spande polpette avvelenate ammettendo alle telecamere di Sky Tg 24 che la camorra dal basso Lazio al Casertano ha interrato rifiuti pericolosi, che lui lo ha sempre detto dove sono, (i processi Spartacus I e Spartacus II hanno faldoni dedicati all’argomento) ma che le istituzioni non sono meglio delle mafie e che non interverranno per bonificare e che peciò ci saranno milioni di morti per cancro. Il “la” è giunto ai comitati cittadini e don Maurizio Patriciello parroco di Caivano che conduce una battaglia assieme ai cittadini per il ripristino della salubrità in quelle terre, gli scrive una lettera. Una settimana dopo riesce a incontrarlo ottenendo solo una replica delle dichiarazioni fatte sia in sede di giudizio, sia davanti le telecamere. Don Maurizio Patriciello dice messa e celebra i sacramenti, tra cui i funerali. E racconta ogni giorno di pietose morti di giovani, donne e uomini, a causa del cancro.
Le istituzioni intanto si difendono piuttosto che rassicurare e dunque da un lato l’ex ministro per la Salute Balduzzi e l’attuale ministro al medesimo dicastero Lorenzin adducono agli stili di vita le cause dei tumori in quelle zone (cattiva alimentazione, fumo, nessuna attività sportiva, per intenderci). Ma ovviamente a spanna i conti non tornano ai cittadini per cui non c’è alcun riferimento scientifico, non essendo stato istituito il Registro dei tumori e assistono impotenti a medici che consegnano le impietose diagnosi di cancro senza riuscirsi a spiegare perché questa malattia sta colpendo così tante persone intorno a loro quando non loro stessi.
Leggetela in questo contesto l’intervista rilasciata stamane a Il Mattino da De Biase in cui spiega:
Abbiamo effettuato una serie di rilievi nei 2mila ettari che circondano la Resit, a Giugliano. Effettivamente le falde acquifere appaiono contaminate da sostanze cancerogene volatili. Ma i prodotti ortofrutticoli sono assolutamente sani e genuini. Le analisi, effettuate in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità, sono inconfutabili. Frutta e ortaggi non risultano contaminati perché, a contatto con l’aria, le sostanze cancerogene vaporizzano.
Don Maurizio Patriciello ha scritto al Prefetto di Napoli, il giornale online Parallelo41 sta organizzando una cena il 2 novembre (giorno dei morti) in cui inviterà i rappresentanti delle istituzioni a cibarsi con i frutti della terra dei fuochi (sempre se ne hanno il coraggio). Erri de Luca dunque non è altro che un pezzo della risposta dei cittadini a una politica che non intende rispondere e dialogare serenamente e alla luce del sole con chi vive il territorio.
Via | Il Mattino