Clima
Rapporto IPCC sui cambiamenti climatici- seguite la diretta su Ecoblog
Dopo sei anni di lavoro, l’IPCC fa il punto sulla scienza fisica di base dei cambiamenti climatici: cosa avverrà all’atmosfera, ai mari, ai ghiacci, alla temperatura, a quale clima andremo in contro. E’ l’ultimo appello degli scienziati, poi la palla passerà nel campo della comunità internazionale e di tutti i cittadini del mondo preoccupati per il futuro
Ore 16:50 Damian Carrington sul Guardian, fa giustamente notare che solo l’1% del forcing radiativo contribuisce ad aumentare la temperatura dell’aria (la maggior parte riscalda gli oceani), per cui la pretesa pausa nell’aumento delle temperature invocatra dai critici dell’IPCC è solo “uno spettacolo secondario idiota“.
Ore 16:30 Primi commenti al rapporto IPCC. Secondo Gianni Silvestrini, direttore di Kyoto Club, le considerazione dell’IPCC condurranno ad una “bolla del carbonio“, cioè alla perdita di valore delle riserve di combustibili fossili se si dovessero mettere in atto serie politiche di riduzione delle emissioni. Greenpeace fa notare che il rapporto “conferma quanto già sapevamo sui cambiamenti climatici” e che è ancora possibile rimanere sul percorso virtuoso RCP2.6 se si giunge ad un picco delle emissioni intorno al 2020, per poi effettuare una rapida conversione di rotta.
Ore 12: E’ estremamente probabile (probabilità > 95%) che l’influenza umana sia stata la causa dominante del riscaldamento osservato dalla metà del 20° secolo. Per limitare i cambiamenti climatici occorrono riduzioni sostanziali e sostenute nel tempo delle emissioni di gas serra.
Ore 11:50 Per l’IPCC l’influenza umana sul clima è chiara. L’evidenza proviene dall’aumento di gas serra in atmosfera, dal forcing radiativo positivo, dall’aumento delle temperature e a una migliore comprensione del sistema climatico. I modelli climatici sono migliorati rispetto al quarto rapporto ed ora riproducono bene gli schemi e le tenmdenze delle temperature a livello continentale, compreso il più rapido riscaldamento a partire dalla metà del 20° secolo e il temporaneo minore riscaldamento dovuto agli aerosol delle eruzioni vulcaniche.
Ore 11:15 Il forcing radiativo (cioè l’energia extra che arriva ogni secondo su ogni m² del pianeta a causa dell’effetto serra), che nel 2007 era stimato in 1,6 W/m² ora si colloca a 2,29 W/m², oltre il quadruplo dei valori del 1950. Al forcing non contribuiscono solo CO2, CH4 e N2O, ma anche i CFC e gli aerosol, in particolare il black carbon, che ha un impatto assai più elevato di quanto si pensasse
Ore 11:10 La concentrazione atmosferica di CO2, metano, o ossido di diazoto ha raggiunto livelli senza precedenti almeno negli ultimi 800000 anni. La concentrazione di CO2 è cresciuta del 40% dai livelli preindustriali, soprattutto per la combustione delle fonti fossili e in secondo luogo per la deforestazione. Gli oceani hanno assorbito il 30% circa del carbonio emesso dall’uomo diventando più acidi.
Ore 11:05: Gli scenari “migliori” previsti dall’IPCC (linee viola nella gallery in fondo) richiedono un’azione immediata a partire da oggi. Secondo Pachauri è per questo fondamentale dare un przzo al carbonio.
Ore 11: Previsioni dell’IPCC: Se le emissioni di CO2 e degli altri gas serra continuerrano business as usual, la temperatura crescerà di 4 gradi entro la fine del secolo, il ghiaccio artico sparirà in estate dalla metà del secolo e i mari potranno alzarsi fino ad un metro.(vedi la gallery n.2 in fondo al post)
Ore 10:50 Criosfera: negli ultimi due decenni le calotte glaciali della Groenlandia e dell’Antartico hanno perso massa, i ghiacciai si sono ritirati in quasi tutto il mondo così come il ghiaccio marino artico e la copertura nevosa delle zone artiche.
La velocità di innalzamento del livello dei mari a partire dalla metà del 19° secolo è stata la più alta degli ultimi due millenni.
Ore 10:45 Thomas Stocker sta mostrando il grafico sull’aumento decennale delle temperature: ciascuno degli ultimi tre decenni è stato più caldo dei precedenti a partire dal 1850 (grafico nella gallery). Nel’emisfero settentrionale il periodo 1983-2012 è stato probbailmente il trentennio più caldo degli ultimi 1400 anni.
Olte il 90% dell’energia extra accumulata sul pianeta tra il 1971 e il 2010 è stata assorbita dagli oceani.
Ore 10:15 E’ iniziata la conferenza stampa con i saluti di Pachauri e Steiner. Il sommario del report è disponibile on line. Nella gallery in fondo al post ci sono i grafici originali del rapporto.
Oggi a Stoccolma dalle ore 10, l’IPCC presenterà al mondo il primo capitolo del nuovo rapporto sui cambiamenti climatici, relativo alla scienza fisica di base. Interverranno i coordinatori del Working Group 1 Qin Dahe e Thomas Stocker, il segretario dell’IPCC Rajendra Pachauri e il direttore dell’UNEp Achim Steiner.
Si tratta con ogni probabilità della più grande impresa scientifica dell’intera storia umana: 259 autori principali, 600 collaboratori, oltre 50000 commenti da altre migliaia di esperti di tutto il mondo, 2000 terabyte di dati dai modelli climatici, 14 capitoli dedicati all’atmosfera, all’oceano, alla criosfera, alla paleoclimatologia e ai cicli biogeochimici, al forcing radiativo, ai modelli e alle proiezioni e all’aspetto più temibile, cioè l’irreversibilità di molti fenomeni.
Dalle ore 10 sul sito dell’IPCC sarà possibile seguire in Webcast la conferenza stampa. Ecoblog seguirà la diretta e fornirà in tempo reale informazioni e commenti.
Il premio Nobel per la pace conferito all’IPCC e ad Al Gore nel 2007 ha dato ampia visibilità mediatica a questa organizzazione scientifica intergovernativa che prima era conosciuta solo dagli addetti ai lavori.
L’IPCC ha lavorato duramente in questi ultimi sei anni per cercare di fornire un quadro il più possibile preciso delle catastrofi a cui andremo incontro se non agiremo per ridurre le emissioni di CO2 e degli altri gas serra.
Domani lancerà l’ultima chiamata: spetterà a tutti i cittadini coscienti e preoccupati di questo pianeta raccoglierla per indirizzare una politica spesso debole e miope e un’economia ancora più spesso ignorante e in malafede sulla strada per fare la pace con il pianeta.
L’immagine in alto rappresenta un Haboob, cioè una tempesta di sabbia. Questi eventi climatici potrebbero intensificarsi per effetto della aumento della siccità, ma la foto può rappresentare in modo simbolico la minaccia che incombe sull’ecosistema e sulle società umane. Sta a noi non essere ciechi davanti alla tempesta che si approssima.