Alimentazione
Dieta: per dimagrire non basta la genetica
L’efficacia della dieta genetica non è ancora dimostrata per cui resta utile scegliere un alimentazione sana
La dieta è il regime alimentare che ci consente non solo di nutrirci in maniera sana e equilibrata ma anche di perdere peso se ciò è necessario. Ovviamente nel caso vogliamo dimagrire deve essere rivista non solo l’alimentazione, ma proprio tutto lo stile di vita per cui si consiglia in genere di svolgere un attività sportiva e di camminare spesso o di usare la bicicletta. Si può scegliere la dieta mediterranea che prevede ortaggi, legumi e frutta con limitata quantità di carne, la dieta vegetariana o la dieta vegana esclusivamente vegetale.
Bene, in alcuni casi questi comportamenti corretti non sono sufficienti a perdere peso e la nutrizione deve essere studiata su misura. A ciò fa riferimento la dieta genetica o G Diet. Di fatto non è privativa, ma tende a combinare gli alimenti e i nutrienti sulla base dello studio del nostro genoma. Insomma lo studio del DNA può mostrare se un individuo è caratterizzato dalla presenza dei gei responsabili dell’obesità. Ma in effetti come sottolinea Roberto Volpe, del Servizio prevenzione e protezione (Spp) del Consiglio nazionale delle ricerche, non basta, poiché non è stata ancora dimostrata la piena efficacia di questo regime alimentare:
Se ci basassimo solo sui geni avremo una visione molto parziale di come rispondiamo all’alimentazion. La genetica della nutrizione, se non si basa su informazioni complete della persona, può portare a conclusioni affrettate e apparire come una facile scorciatoia, a cui può seguire una ripresa dei chili persi.
In effetti le variabili che entrano in gioco rispetto alla pertita di peso o al’aumento sono da ricercare molto spesso nello stile di vita. Dunque molto dipende da quanto ci muoviamo durante la giornata, se facciamo sport, se abbiamo un lavoro sedentario o meno; poi sono da considerare altri fattori quali i valori dell’insulina e anche gli ormoni tiroidei. Il che ci porta a considerare la buona pratica di compilare un diario alimentare e dell’attività fisica, che può fornire al dietologo molte più informazioni di un tese del Dna.
Spiega Volpe:
Esso ci fornisce informazioni per capire le abitudini (e quindi gli errori) del paziente, alla base del successivo intervento di educazione a una sana alimentazione ipolipidica-ipoglucidica e ipocalorica e alla giusta attività fisica personalizzata in base all’età, capacità e preferenze del soggetto. Educare, sensibilizzare e motivare il paziente, è oggi l’unico intervento scientifico alla base di una efficace riduzione del peso che rimanga costante nel tempo e in grado di prevenire le troppo frequenti ricadute.
Via | Almanacco del Cnr