Agricoltura
Per il decreto anti Ogm del 2010 il ministero per l’Agricoltura risarcisce Futuragra
Arriva il risarcimento da 2 mila euro per Silvano Dalla Libera Vicepresidente di Futuragra dal Ministero per l’Agricoltura per il ricorso al decreto interministeriale del 2010
Facciamo il punto sulla situazione Ogm in Italia che di fatto vede un primo raccolto di mais Ogm MON810 legale per l’Europa ma non per l’Italia. Ci informa puntualmente il sito Futuragra che il risarcimento per le spese legali disposto nel 2011 dal Tar del Lazio nei confronti di Silvano Dalla Libera vicepresidente di Futuragra ai danni del ministero per le Politiche Agricole per il decreto anti Ogm del 2010 firmato dai ministri Zaia, Fazio e Prestigiacomo, è arrivato.
Capitolo chiuso? Macché! Siamo proprio all’apertura di un nuovo capitolo considerato che la vicenda oramai rappresenta un precedente nei confronti dell’attuale decreto interministeriale anti Ogm firmato in fretta e furia mentre le piante di mais crescevano nei campi di Vivaro in Friuli dai ministri De Girolamo, Orlando e Lorenzin.
Commenta Dalla Libera che è l’agricoltore che ha poi praticamente seminato il mais Bt:
Dopo oltre due anni il Ministero rispetta le leggi, ha dichiarato Dalla Libera. Il risarcimento delle spese legali è solo il primo dei rimborsi che aspettiamo per i danni economici subiti. Riteniamo giusto però che a rimborsarci siano proprio quei Ministri che volutamente non hanno rispettato le leggi europee e non lo Stato sotto forma di tasse pagate dai cittadini. Questa sentenza costituisce un precedente importante anche per il decreto dello scorso luglio presentato dai Ministri De Girolamo, Lorenzin e Orlando, che Futuragra intende impugnare e denunciare alla Commissione europea proseguendo la sua battaglia per poter seminare e produrre OGM nel nostro Paese e a fianco degli agricoltori che vogliono accedere all’innovazione, ha continuato Dalla Libera. Questo decreto voluto dal Ministro espone l’Italia al rischio di una procedura di infrazione da parte dell’Unione europea, che verrebbe pagata con i soldi dei contribuenti. La Commissione europea ha infatti più volte ribadito che non è possibile sottoporre ad autorizzazione nazionale le varietà che sono regolarmente iscritte nel catalogo comune europeo, come il MON 810.
Insomma si preannuncia una battaglia e speriamo non persa contro gli Ogm anche se appunto le premesse fanno pensare che la china sarà quella della precedente sentenza. In effetti, l’unica strada da battere probabilmente è relativa alla sovranità dello Stato membro che può decidere nel merito del proprio territorio cosa coltivare, diciamo come esempio esplicativo un po’ come è già avvenuto in Francia con la moratoria proprio sul Mon810 che ribadisco ha avuto parere positivo dall’EFSA che di contro ha rigettato gli studi del prof. Séralini.
Si tenga presente che quello di Vivaro non è l’unico campo coltivato con mais mon810, ve ne sono altri tenuti segreti per evitare che siano distrutti e che la Regione Friuli non è potuta intervenire legalmente perché non ha i mezzi normativi per farlo.
Quindi chiosa Dalla Libera con il pistolotto sulla crisi economica e la necessità di risollevare i guadagni degli agricoltori che secondo lui trarrebbero giovamento dagli accordi con la multinazionale Monsanto (è questo il succo della questione e non me ne voglia Dalla Libera):
Mentre la nostra politica prova ossessivamente ad alzare un muro ideologico di cartapesta contro gli organismi geneticamente migliorati, il nostro settore continua ad essere attanagliato dalla crisi. I numeri degli ultimi dieci anni sono impietosi: l’agricoltura italiana ha perso 5 miliardi di euro e oltre 500 mila aziende agricole sono state costrette a cessare l’attività. Quelli che tentano di bloccare l’introduzione degli OGM nel nostro Paese agiscono per un fatto esclusivamente politico, in spregio al diritto europeo che ci permette di produrre cibo sano, nel rispetto della salute dei consumatori e dell’ambiente e con un maggiore guadagno per le imprese.
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Foto | Futuragra su Fb