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Tutti nello stesso piatto, a Trento un festival sul valore della biodiversità
È giunto alla quinta edizione, il festival trentino dedicato al cibo, alla biodiversità, alla sovranità alimentare e allo sviluppo sostenibile
A Trento è un novembre di festa al cinema Astra, roccaforte trentina del cinema d’essai. Una festa di cinema che è anche una festa della biodiversità, un punto di incontro per gli amanti del buon cibo e un’occasione per riflettere sui temi dell’ambiente e della sostenibilità. Giunto alla sua quinta edizione, il Festival Internazionale di Cinema Cibo e VideoDiversità Tutti nello stesso piatto è organizzato da Mandacarù e Altromercato in collaborazione con Amnesty International, Muse, Slow Food e l’Opera universitaria di Trento. In un momento non facile, in cui molte manifestazioni festivaliere chiudono i battenti, la direttrice Beatrice De Blasi sta per portare a termine la quinta edizione di una manifestazione che è un’occasione di incontro fra le culture di Europa, Asia, Africa e America Latina, attraverso i temi del cibo, della biodiversità, della sovranità alimentare, dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile.
Il programma prevede proiezioni di film di fiction, documentari e film d’animazione, ma anche conferenze e incontri, più, all’ora di cena, il “film nel piatto” ovverosia l’interpretazione gastronomica del film che sta per iniziare o di quello che si è appena concluso.
Noi di Ecoblog, l’altra sera abbiamo assaporato gli arancini in salsa d’oriente che erano l’esatta sintesi fra il film appena concluso e quello che da lì a poco sarebbe iniziato. Il primo film era Solar Mamas di Jeahane Noujaim e Mona Eldaief che hanno raccontato la storia di Rafea, seconda moglie di un beduino che vive in uno dei villaggi più poveri della Giordania e compie un viaggio in India per prendere parte al Barefoot College che insegna ad alcune donne analfabete provenienti da tutto il mondo a costruire e gestire impianti a energia solare. Il viaggio sarà – non senza ostacoli – un percorso verso l’emancipazione femminile.
La rizière di Xiaoling Zhu è invece il racconto della Cina rurale che torna protagonista sullo sfondo del boom economico. La dura vita della provincia autonoma di Guangxi viene raccontata con gli occhi della dodicenne A Qiu: la semina, l’aratura, il raccolto del riso sugli splendidi terrazzamenti sono un eden di questo delicato racconto di formazione che è stato il primo film a essere interamente girato in lingua Dong.
Un altro ottimo cortometraggio firmato da Donna Lipowitz è Gokula – Un posto sulla terra per le mucche. Nell’Hertfordshire, non lontano da Londra, la regista australiana incontra Syam, un devoto Hare Krishna e allevatore che utilizza pratiche agricole inusuali nel mondo occidentale. Un cortometraggio carico di tenerezza, filosofia e di rispetto per l’uomo, per gli animali e per la natura.
Fra i tanti titoli proposti segnaliamo anche The Fruit Hunters, More Than Honey, Trashed e Thilafushi Gon’ Dudhoh di cui vi avevamo già parlato durante Cinemambiente. Il festival si concluderà con la premiazione di mercoledì 27 novembre. Per info: Tutti nello stesso piatto.
Foto | La rizière