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Isola di Budelli pubblica, ma per Legambiente è spreco di denaro

Gli ambientalisti si spaccano sull’Isola di Budelli per cui il governo stanzia 3 milioni di euro per sottrarla ai privati: insorge Legambiente che giudica la spesa uno spreco verso le popolazioni alluvionate della Sardegna

L’Isola di Budelli sarà acquistata dallo Stato italiano che farà valere il suo diritto di prelazione dopo che con un emendamento alla Legge di stabilità sono stati approvati i 3 milioni di euro necessari e così dall’8 gennaio 2014 potrà tornare a essere bene statale. Ma questa soluzione all’indomani dell’alluvione che ha devastato la Sardegna viene vista come spreco di denaro pubblico da Legambiente tanto che il presidente Vittorio Cogliati Dezza lancia un appello al ministro Orlando:

Rivolgiamo un appello al Ministro Orlando e al Governo perché se lo Stato ha 3 milioni da utilizzare in Sardegna, che li impieghi subito per mettere in sicurezza le zone alluvionate o per realizzare le bonifiche a La Maddalena e non per comprare una zona già protetta come l’isola di Budelli.

Il perché della posizione di Legambiente è presto detto:l’Isola è meglio gestita e meno costosa per lo Stato se nelle mani di privati:

Budelli infatti, è privata dalla metà del 1800, esattamente come le altre isole dell’arcipelago della Maddalena. Nel corso di questi anni è passata di mano in mano rimanendo intatta e potendo vantare ancora oggi il ruolo simbolico che le viene riconosciuto nell’arcipelago non in virtù di una proprietà pubblica, ma in forza di norme e vincoli che, a tutti i livelli, hanno sinora difeso in maniera efficace un interesse pubblico anche a fronte della proprietà privata. Era privata anche nel 1986, quando le società immobiliari proprietarie presentarono il piano di fattibilità per la realizzazione di un insediamento residenziale intorno a Porto Madonna che prevedeva 50.000 metri cubi di residenze, ed era privata nel 1992, quando venne messa in vendita per la prima volta. E la risposta dello Stato alla messa in vendita in quel caso non fu l’acquisto, ma l’istituzione del Parco Nazionale.

L’Isola di Budelli è stata venduta al miliardario neo zelandese Michael Harte, dopo un fallimento e andata all’asta presso il tribunale di Tempio Pausania. Harte aveva rassicurato circa le sue intenzioni nel voler preservare gli ecosistemi, ma Alfonso Pecoraro Scanio ex ministro per l’Ambiente e per l’Agricoltura all’indomani dell’acquisizione ha lanciato su Change una petizione che in poco tempo è arrivata a conteggiare oltre 80 mila firme, per chiedere allo Stato italiano di esercitare il diritto di prelazione per l’acquisto dell’Isola di Budelli. E Pecoraro Scanio ha detto:

In questo momento di grande difficoltà per la Sardegna è importante dare il segnale, da parte dello Stato, della volontà di tutelare il territorio. Far diventare Budelli bene comune farà si che gli introiti delle visite all’isola possano essere utilizzate dall’ente parco per potenziarne la fruibilità invece di arricchire un investitore privato. Apprezzo anche l’impegno di quei gruppi parlamentari che stanno lavorando per ripristinare i fondi che avevamo destinato al dissesto idrogeologico nel 2007 e che sono stati tagliati in modo scellerato dagli ultimi governi.

MareVivo anche si è detto soddisfatto dell’intervento del governo per cui hanno dichiarato:

Sosteniamo, dunque, l’impegno del Parco Nazionale dell’arcipelago della Maddalena e del suo Presidente, e ben venga l’emendamento alla legge di Stabilità che consente allo Stato di esercitare il diritto di prelazione, stanziando i 3 milioni necessari.

Dunque la polemica di Legambiente perché giunge? Possibile che anche su un intervento così semplice come la riappropriazione di un bene comune da gestire anche per far cassa, gli ambientalisti italiani siano capaci di creare una spaccatura?

Foto | Monica Bianchi su Pinterest

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