Agricoltura
Un mondo senza api: ecco come sarebbe, il video
Come sarebbe il mondo senza api? Il video della nuova campagna di save-bees.org mostra come potrebbe cambiare la nostra vita senza la presenza di questi insetti
Come sarebbero i nostri supermercati senza l’aiuto selle api? La nuova campagna di Save- bees.org, associazione molto attiva negli Stati Uniti, mostra lo scenario di un futuro senza api.
La campagna vuole sensibilizzare sulla necessità di tutelare le api dall’uso dei pesticidi e neonicotinoidi che stanno decimando le popolazioni di api negli alveari. L’Europa ha approvato una moratoria con limitazione d’uso per due anni per 3 neonicotinoidi senza però il voto dell’Italia.
Le api ci donano il cibo
Le api da miele come altri impollinatori sono responsabili di 1 dei 3 bocconi di cibo che mangiamo . Le api impollinano 71 delle 100 colture che costituiscono il 90 % dell’approvvigionamento alimentare del mondo. Frutta e ortaggi, tra cui mele, mirtilli, fragole, carote e broccoli, così come le mandorle e caffè, si basano sulle api Questi insetti benefici sono fondamentali per mantenere il nostro approvvigionamento alimentare diversificato.
Ma dopo l’introduzione dei neonicotonoidi usati come insetticidi per le colture di colza e mais, dal 2006 si è assistito a un preoccupante declino delle popolazioni delle api da miele. L’Efsa ha confermato la preoccupazione in un suo studio in cui ha evidenziato come le sostanze chimiche contenute nei neonicotinoidi siano responsabili della morte di intere colonie di api. Queste sostanze sono decisamente letali per gli insetti anche a a bassi livelli e compromettono nelle api la capacità di imparare, di ritrovare la via del ritorno all’alveare portando cibo per produrre nuove regine facendo perdere anche l’efficienza del sistema immunitario.
In 15 paesi si è votato per la moratoria di due anni ma l’EPA, l’Environmental Protection Agency degli Stati Uniti ha stimato che non potrà prendere una decisione in merito alla limitazione di questi pesticidi negli Stati Uniti almeno fino al 2018. E Save- bees.org spiega:
Le api non possono aspettare altri cinque anni.
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In Italia la campagna è sostenuta da Greenpeace per cui è attiva una petizione da firmare online, con un appello inviato direttamente a Nunzia De Girolamo, ministro per l’Agricoltura.
Moria delle api: il parere di Coldiretti
C’è chi non crede che la moria delle api che si è verificata dal 2006 in poi sia da attribuire ai neonicotinoidi ma che siano da prendere in considerazioni diversi aspetti multifattoriali. La posizione viene espressa dall’Università di Piacenza che sostiene:
il divieto europeo di usare per due anni alcuni fitofarmaci, i neonicotinoidi, se è vera la causa multifattoriale non porterà alcun reale beneficio per il benessere delle api e al contempo sulla base di uno studio costerà all’Europa circa 7 miliardi di euro tra perdite di posti di lavoro e costi di produzione, mettendo in difficoltà gli agricoltori”, in particolare i maiscoltori, “ incidendo pesantemente sui prezzi finali dei prodotti agricoli imposti ai consumatori
Coldiretti interviene nel merito e spiega:
E’ urgente ricondurre la valutazione dei neonicotinoidi e del fipronil a criteri strettamente scientifici, attenendosi scrupolosamente alle indicazioni emerse dal rapporto Efsa, investire ulteriormente nel progetto Apenet per affinare le tecniche di prevenzione nell’uso dei neonicotinoidi in modo che si possa garantire un uso sicuro di tali prodotti. In tal modo si può rispondere con scelte equilibrate, sia alle esigenze degli apicoltori che a quelle dei maiscoltori che quest’anno non è chiaro con quali strumento di difesa fitosanitaria riusciranno a contrastare la presenza della diabrotica in campo. Parimenti occorre che i Ministeri competenti prestino adeguata attenzione anche agli altri fattori che provocano la moria delle api attivandosi con misure adeguate.
Via | Whoole Food market
Foto | Greenpeace Italia su Fb, Prnewswire