Alimentazione
Tassare la carne per ridurre le emissioni di metano
La proposta non viene da gruppi ambientalisti, ma da ricercatori di sette università. Una tassa sui consumi di carne ridurrebbe il numero di ruminanti sul pianeta contribuendo a mitigare in modo significativo i cambiamenti climatici
La proposta di una tassa sui consumi di carne non viene da gruppi ambientalisti o vegetariani, ma da una ricerca ampia e articolata a cui hanno contribuito climatologi, esperti di scienze forestali, geografia ed ecologia sociale di sette diverse università.
Le emissioni di metano dei ruminanti (bovini, ovini e caprini) assommanno a 2,3 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente all’anno (1), più delle perdite dell’industria petrolifera e di tutte le discariche del pianeta.
Il numero degli animali da allevamento è in crescita costante edè aumentato del 50% negli ultimi 50 anni da 2,4 a 3,6 miliardi di capi. Le emissioni dell’allevamento rappresentano il 14,5% delle emissioni totali dell’umanità.
E’ evidente che tutto ciò è altamente insostenibile e che la consistenza degli allevamenti non può cresere ulteriormente, ma deve bensì diminuire. Osservano gli scienziati:
«Influenzare il comportamento umano è una delle maggiori sfide di ogni politica su larga scala ed è improbabile che un cambiamento di dieta a livello globale possa avvenire in modo volontario e senza incentivi.
Introdurre una tassa o uno schema di emission trading sulle emissioni di gas serra del bestiame potrebbe essere una politica efficace che modificherebbe i prezzi al dettaglio e le abitudini dei consumatori.»
La riduzione degli stock di bestiame avrebbe anche l’effetto benefico di ridurre la deforestazione, soprattutto in Amazzonia, che causa ulteriori emissioni di CO2.
Questo processo non sarà semplice, perchè si scontrerà con l’opposizione scontata degli allevatori. D’altra parte tutti coloro che sono coinvolti in un business insostenibile devono avere l’onestà intellettuale di fare un passo indietro.
(1) Per poter essere confrontate con quelle di CO2, le emissioni di metano devono essere moltiplicate per 34, pari al global warming potential su un arco di 100 anni. 34 è il nuovo valore dell’ultimo rapporto IPCC, superiore ai potenziali precendetemente pubblicati di 23 o 25.