Cronaca ambientale
Bonifica ex area Sisas, 6 arresti e 38 indagati: nel 2011 Greenpeace già denunciava
Sono sei le ordinanze di custodia cautelare emesse dalla Procura di Milano nei confronti di funzionari pubblici e titolari d’impresa nel merito dell’inchiesta sulle bonifiche dell’area Sisas di Pioltello Rodano
L’operazione Black Smoke in atto dall’alba di stamane ha portato alla notifica di sei ordinanze di custodia cautelare emesse dai Carabinieri del NOE, Nucleo operativo ecologico dei comandi provinciali di Milano, Roma e Napoli nei confronti di funzionari pubblici e titolari d’impresa coinvolti nella bonifica dell’ex area Sisas di Pioltello Rodano. Risultano denunciate altre 38 persone tra funzionari pubblici e titolari di società operanti nel settore del movimento terra e del ciclo dei rifiuti ma in stato di libertà per traffico illecito di rifiuti.
Le operazioni sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano e dalla DDA, Direzione distrettuale antimafia e le indagini che hanno condotto agli arresti sono iniziate nel 2011. I capi d’imputazione contestati sono: truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione, traffico illecito di rifiuti, fraudolenta declassificazione dei siti da pericolosi a non pericolosi.
Tra le misure cautelari emesse una sarebbe a carico di Luigi Pelaggi dirigente del Ministero dell’Ambiente nel 2011 commissario delegato per la bonifica del sito; coinvolti nelle medesime misure cautelari anche Francesco Colucci, presidente del consiglio di amministrazione della società Daneco impianti srl; Bernardino Filipponi, amministratore della società Daneco impianti srl; Fausto Melli, membro del Cda della Sogesid Spa che nel 2011 era direttore dei lavori e responsabile per la sicurezza del cantiere realizzato nel sito; Luciano Capobianco, membro del Cda della Sogesid spa, nel 2011 direttore operativo del cantiere; Claudio Tedesi nel 2011 consulente tecnico del Commissario Straordinario.
Greenpeace nel 2011 aveva già denunciato le anomalie delle bonifiche dell’ex area Sisas in un dossier dal titolo Una sporca storia. In sostanza nell’area ex polo chimico sono stati interrati rifiuti di vario genere anche pericolosi. Per evitare una maxi multa dall’Europa si è provveduto alle bonifiche e nel 2011 il nerofumo misto a terra è stato tolto da questa area inquinata e trasportato verso siti sconosciuti senza neanche informare il Commissario delegato, ovvero Luigi Pelaggi.
Ma scrive Greenpeace nel suo dossier:
Nei giorni 25, 26 e 27 febbraio 2011 Greenpeace riceve segnalazioni ritenute credibili in merito ad ulteriori, intensi traffici di mezzi pesanti in uscita dall’area ex SISAS in direzione di semplici aree di stoccaggio lombarde, quali: Vallesabbia Servizi, Agnosine (Brescia); Solter srl, Saronno (Varese); Gamma Recuperi srl, Cornaredo (Milano). Questa operazione di «parcheggio» dei rifiuti, in attesa del loro smaltimento finale, contraddice le pochissime notizie filtrate finora sullo stato dei lavori confermando quindi anche l’assoluta opacità sui siti di smaltimento finale dei rifiuti e sollevando vivissima preoccupazione rispetto alla possibilità che decine di migliaia di tonnellate di rifiuti pericolosi vengano disperse nel territorio lombardo, causando un inquinamento diffuso e difficilmente tracciabile. Ma non solo la Lombardia sembra interessata da queste operazioni, nella seconda metà di marzo, secondo quanto riferito da organi di stampa, una protesta locale ha impedito ad alcuni mezzi di scaricare materiale proveniente dalla bonifica dall’aerea ex Sisas di Pioltello nella discarica sita in frazione Pogliani del comune di Chivasso (To).
Via | e-Cremona web
Foto | Una sporca storia di Greenpeace