Animali
Lana d’angora: troppo crudele averla, ecco i marchi che l’hanno eliminata
Troppa crudeltà per la lana di angora ottenuta dalla pelliccia soffice e morbida di un coniglio. Dopo la campagna di PETA ecco i marchi che hanno deciso di eliminare questo prodotto dalle loro collezioni
Prosegue la campagna sull’angora iniziata lo scorso anno da PETA per mostrare al mondo quanta sofferenza è riservata ai pregiati conigli di angora per ottenere la loro pelliccia. Il video sotto mostra come sono letteralmente spiumati vivi nelle fattorie in Cina. Vengono allevati senza alcun rispetto o precauzione in gabbie sporche e selvagiamente torturati per ottenere la loro pelliccia.
Dopo che il video ha fatto il giro del mondo i grandi marchi di moda hanno iniziato a assumersi l’impegno a non usare più pelo d’angora nelle loro collezioni. L’ultima i ordine di arrivo è QVC e il gigante del retail Lands; il 27 gennaio 2014 vi hanno rinunciato Gap Inc. proprietario dei marchi Banana Republic , Old Navy e Athleta; vi hanno rinunciato anche Eddie Bauer, Forever 21, Limited Brands, Mango, H & M, Lands’End, Calvin Klein e Tommy Hilfiger; Columbus e il rivenditore Express, Inc. con New Look; ASOS, Boden, Debenhams, Limited Brands (incluso Victoria’s Secret; Marc O’Polo, Marks & Spencer, Next, Primark.
>> Il video non è adatto alla visione da parte di persone particolarmente sensibili e impressionabili
>> Il video è sconsigliato alla visione alle persone più sensibili
Cosa si può fare
I conigli sono animali sociali, sensibili, intelligenti capaci salire più velocemente di un gatto o di correre più velocemente si un essere umano, hanno personalità e costruiscono legami per tutta la vita.La domanda dei consumatori spinge l’ industria della lana d’angora e finché ci saranno acquirenti che compreranno cappelli, calze, sciarpe, maglie e altri prodotti con pelo d’angora ci saranno allevatori che trarranno profitto nel torturare i conigli. Il novanta per cento dell’angora prodotta a livello mondiale arriva dalla Cina dove non ci sono sanzioni per l’abuso di animali.
Foto | Donna Withney@Pinterest