ENERGIE
Sei milioni e mezzo di posti di lavoro nel settore rinnovabili nel mondo; e l’Italia…
La crescita rispetto allo scorso anno è del 14%. Il settore delle rinnovabili garantisce più posti di lavoro per unità di potenza rispetto alle energie fossili. I numeri per l’Italia sono buoni e per questo occorre fare di più.
Nel 2013 le fonti energetiche rinnovabili hanno garantito sei milioni e mezzo di posti di lavoro in tutto il mondo. Lo rileva il rapporto annuale di IRENA. Rispeto al 2012 la crescita è pari al 14%. Si tratta in pratica di un abitante del pianeta ogni mille.
Secondo uno studio dell’Università di Sidney, le fonti rinnovabili sono a più alta intensità lavorativa rispetto a quelle fossili per unità di potenza installata: il fotovoltaico garantisce 40 posti di lavoro per MW, l’eolico 15 e l’idroelettrico 11, mentre il carbone ne fornisce 8 e il petrolio appena uno e mezzo.
Come si può vedere dal grafico in basso, i settori trainanti per l’occupazione sono il fotovoltaico (2,2 milioni), che si sta riprendendo da un biennio poco felice, e i biocombustibili liquidi (1,4 milioni). E’ da notare che questa statistica non include l’occupazione nell’idroelettrico tradizionale di grande scala.
La nazione con più occupati nel settore è naturalmente la Cina (2,6 milioni). Al secondo posto c’è sorprendentemente il Brasile, con 900mila pesone impiegate soprattutto nel settore del bioetanolo e del biodiesel. Seguono gli Stati Uniti, l’India e la Germania che conta 370 mila addetti.
E l’Italia? IRENA no fornisce dati disaggregati, ma secondo GSE le fonti energetiche rinnovabili hanno generato 53 mila posti di lavoro permanenti (attività di esercizio e manutenzione) e 137 mila temporanei (nuove installazioni), per un totale di 190 mila posizioni lavorative, che rappresentano il 14% circa degli occupati dell’UE nel settore (1).
Tutti i ragionamenti sull’occupazione non possono prescindere da questo settore, che invece nel nostro paese è ancora piuttosto sottovalutato.
(1) Secondo IRENA gli occupati in Europa sono pari a 1,44 milioni. Non è possibile stabilire con certezza se i conteggi di GSE e di IRENA siano compatibili, ma sembra che l’Agenzia internazionale consideri nelle sue statistiche anche i lavori temporanei.