Cronaca ambientale
Dopo i 240 arresti di Bruxelles contro il TTIP i negoziati si spostano a Arlington in Virginia
Dopo le proteste di giovedì scorso a Bruxelles e l’arresto di 240 manifestanti i negoziati per il TTIP si spostano a Arlington in Virginia area più favorevole
La manifestazione a Bruxelles contro i negoziati per l’accordo TTIP si è conclusa con l’arresto di 240 attivisti. Tra loro anche due italiani Beppe Caccia, consigliere comunale di Venezia e Luca Casarini candidato alle elezioni europee con la Lista Tsipras rilasciati tutti dopo poche ore. Ma alla vigilia delle Europee in Italia la notizia degli arresti è passata sotto silenzio. Perché? Sostanzialmente l’Italia è a favore dell’Accordo TTIP contrastato invece dalla Germania e dalla Francia.
I nuovi negoziati dunque riprenderanno a breve ma a A>rlington in Virginia, una città di poco meno di 200 mila abitanti. Il punto è che l’accordo serve agli Stati Uniti per aprirsi un varco preferenziale nella introduzione di merci nel Vecchio Continente. Ossia merci sdelle multinazionali americane a prezzi concorrenziali e stracciati tali da impensierire i francesi e i tedeschi ma non gli italiani.
La manifestazione di Bruxelles perciò è molto più che un atto di protesta civile, è piuttosto il tentativo di salvare il salvabile nel silenzio totale del mainstream italiano. A Bruxelles, infatti, hanno espresso civilmente il dissenso cittadini provenienti da tutta Europa e con alle spalle esperienze lavorative eterogenee. Si sono incontrati davanti la sede dei negoziati a Palazzo Egmont dove si stava discutendo su come costruire un’Europa più competitiva con tavole rotonde dedicate ai temi come l’ unione bancaria, il finanziamento all’innovazione e su come “mantenere la fiducia dei cittadini “. Ma il vertice ha evidenziato il divario crescente tra ciò che i manifestanti hanno denominato ” Europa dall’alto” e “Europa dal basso” poiché nonostante le proiezioni di crescita e di creazione di posti di lavoro che l’ accordo commerciale USA-UE potrebbe portare resta per coloro che hanno manifestato una soluzione inaccettabile per il nostro continente.
Il perché è presto detto, come spiegato dai sindacati:
Quando Messico e Stati Uniti 20 anni fa, hanno stretto l’accordo NAFTA, North American Free Trade Area, anche hanno detto che si sarebbe così creato un milione di posti di lavoro ma in realtà hanno perso milioni di posti di lavoro. Anche i dati provenienti dalla Commissione europea dicono che saranno creati pochissimi posti di lavoro ed è importante che si sappia che se il lavoro arriva è diretto verso alcuni piccoli gruppi e destinato ai più ricchi. La zona di libero scambio tra UE e USA distruggerà posti di lavoro, protezione sociale e diritti ambientali, soprattutto al Sud, l’Oriente e per i poveri in Europa.
Via |Euractiv, Corriere del Veneto, Stop TTIP