Cronaca ambientale
Costa Concordia, il relitto andrà a Genova?
L’annuncio ufficiale verrà dato solo dopo la Conferenza dei Servizi del 16 giugno
Il relitto della Costa Concordia verrà traghettato al porto di Genova e lì demolito: è quanto trapela da alcune indiscrezioni, non confermate in via ufficiale, secondo le quali Costa Crociere avrebbe scelto il porto di Genova come destinatario naturale dell’immenso relitto.
La conferma (o smentita) l’avremo solo il prossimo 16 giugno, al termine della Conferenza dei Servizi che deciderà il porto di destinazione della nave incagliatasi ed affondata al Giglio: nelle ultime settimane numerose indiscrezioni indicavano proprio il progetto del capoluogo ligure come quello preferito per lo smantellamento del relitto della nave Costa Concordia, secondo un accordo fra la compagnia armatoriale e il pool di imprese Mariotti-San Giorgio-Saipem, sotto la regia dell’autorità portuale genovese.
La notizia, tuttavia, resta nel mondo delle ipotesi: il relitto della Costa Concordia, lo abbiamo scritto più volte noi di Ecoblog, rappresenta un business (presente e futuro, da utilizzare come prestigioso biglietto da visita) molto sostanzioso, sul quale si sono fatti avanti molti attori, non solo italiani.
Secondo le indiscrezioni l’operazione genovese prevederebbe un doppio passaggio portuale, il primo nel nuovo scalo di Voltri e il secondo nel porto storico di Sampierdarena: secondo il quotidiano Repubblica, che avrebbe visionato il progetto, l’operazione di spostamento del relitto verrebbe effettuata in tre giorni (velocità 2 miglia e mezzo orarie) grazie a classici rimorchiatori tramite cavi d’acciaio; il primo passaggio a Voltri sarà utile, scrive il quotidiano, ad eliminare dal relitto tutto quello che non potrà essere smaltito come ferro.
L’operazione, chiamata “stripping”, potrebbe essere anche piuttosto lunga ma aiuterà la nave a sollevarsi ulteriormente, fase fondamentale per l’inizio dello smantellamento vero e proprio.
Quanto verrà condotta alla banchina “ex superbacino” di Sampiedrarena sarà presa in carico dai tecnici e dagli operai di un gruppo di lavoro formato dalla Saipem del gruppo Eni e da due cantieri, Mariotti e San Giorgio del Porto, (che fanno capo a un’unica holding “Gin” attiva anche nello scalo di Marsiglia). Valore dell’operazione: 100 milioni di euro.
In realtà, come avevamo già spiegato a tempo debito, l’ipotesi di portare la Costa Concordia ovunque non sia Piombino (Li) è una ipotesi che potrebbe non solo scatenare enormi polemiche, ma anche delineare ipotesi di illecito: per il porto toscano sono stati infatti stanziati e finanziati (per decreto legge) diversi milioni di euro per l’ammodernamento, proprio in vista della demolizione della Costa Concordia.
In base al diritto di navigazione infatti il porto competente sul relitto è proprio Piombino, e tutto sembrava far pensare proprio al porto toscano come il destinatario finale della Costa (cosa che è scritta anche nei vari decreti legge che ne stanziano l’ammodernamento e i lavori di dragaggio).