Clima
La svolta di Obama: dare un prezzo al Carbonio per lasciare i fossili sotto terra
Dare un prezzo al carbonio è secondo il presidente USA il metodo più efficace per lasciare i fossili sotto terra, in modo da limitare il riscaldamento globale a soli 2°C. Chi inquina paga, insomma, anche in ambito energetico
La politica climatica di Obama segna decisamente una svolta; anche se si tratta di un’intervista alla televisione e non di un discorso ufficiale, per la prima volta il presidente USA ha riconosciuto la necessità di dare un prezzo al carbonio emesso, in modo da limitare gli effetti dei cambiamenti climatici.
L’intervista verrà trasmessa oggi nel programma Years of living dangerously, dedicato specificatamente ai cambiamenti climatici, ma il conduttore Thomas Friedman ha fornito alcune anticipazioni sul NYT:
Friedman: «Secondo l’IEA solo un terzo delle riserve possii potrà essere bruciato prima del 2050, per non superare il limite di 2°C nel riscaldamento globale (1)… è d’accordo con questa analisi?»
Obama: «La scienza è scienza, e non c’è dubbio che se bruciassimo tutti i combustibili fossili che si trovano sotto terra, il pianeta diventerebbe troppo caldo e le conseguenze sarebbero gravi.»
Friedman: «Allora, non potremo bruciarli tutti?»
Obama: «Non non li bruceremo tutti. Nei prossimi decenni dobbiamo costruire una transizione tra come usiamo l’energia oggi a come avremo bisogno di usarla.»
Friedman: «Qual è la cosa più importante da fare per affrontare i cambiamenti climatici?»
Obama: «Mettere un prezzo al carbonio. Così abbiamo risolto altri problemi, come ad esempio le pioggie acide. Abbiamo detto: vi faremo pagare se rilascerete queste sostanze in atmosfera, perché non è possibile. che a pagare siano tutti gli altri. Trovate un modo per mitigare le emissioni.»
Non sarà certo la fine del fracking o delle centrali a carbone, ma per la prima volta si pone chiara la questione: chi inquina paga, anche in ambito energetico. Un programma simile non si potrà probabilmente fare in due anni, ma potrebbe essere nell’agenda del prossimo presidente, anzi forse presidentessa.
(1) E’ la cosiddetta bolla del Carbonio, di cui abbiamo parlato su Ecoblog più di un anno fa.