news
La Costa Concordia demolita a Genova: lo annuncia con un tweet il ministro Galletti
Giunge all’epilogo la tormentata vicenda della demolizione della Costa Concordia, da metà luglio affidata ai canieri navali di genova. L’annuncio arriva con un tweet del ministro per l’Ambiente Gian Luca Galletti
Il porto di Piombino, competente per il diritto di navigazione non è neanche stato considerato: il relitto della Costa Concordia arenata dal 13 gennaio 2012 sarà portato nei cantieri navali genovesi per essere smantellato e bonificato. Il relitto della Concordia potrebbe essere traghettato già dalla seconda metà di luglio. A eseguire lo smantellamento il consorzio Saipem e San Giorgio del Porto, il cantiere navale nel Porto di Genova. Saipem è quotata in borsa e ENI ne detiene attualmente circa il 43%, Dodge & Cox circa il 5% e Massachussetts Financial Services Company circa il 2%.
La tragedia della Costa Concordia ha visto 32 vittime e un processo ancora in atto e trascina con se da oramai due anni le polemiche sullo smantellamento del relitto. La scolta confermata con l’annuncio lo tweetta Gian Luca Galletti ministro per l’Ambiente che scrive:
Cdm ha deciso: #Concordia va a Genova. Soluzione italiana premia nostro impegno, ora vigiliamo per massima tutela ambiente.
— Gian Luca Galletti (@glgalletti) 30 Giugno 2014
LEGGI: LA ROTAZIONE DELLA COSTA CONCORDIA
Non sono mancate le polemiche poiché sul piatto ci sono contratti di lavoro e finanziamenti che possono fare la differenza in questo momento di rilancio dell’economia. E infatti il ministro Galletti poche ore fa ha replicato:
Ora sulla #Concordia basta polemiche e guerre tra porti.Mostriamo al mondo tecnologia ed eccellenza italiana in operazione senza precedenti
— Gian Luca Galletti (@glgalletti) 1 Luglio 2014
Il porto di Piombino sarebbe stato pronto a metà settembre, tempo evidentemente giudicato dal Governo troppo lungo essendo trascorsi quasi 900 giorni dal terribile incidente in mare di fronte le coste dell’Isola del Giglio.
LEGGI:COSTA CONCORDIA, PERCHE’ TUTTI VOGLIONO IL RELITTO
Sono 4 le fasi di smantellamento presentate dal Consorzio Saipem/SGdP che dureranno 22 mesi:
- Fase I: Il porto di Genova Voltri riceve il relitto e qui si procede a un primo smantellamento iniziale inclusi gli arredi interni e sui ponti.
- Fase II: Il relitto sarà trasferito dal Voltri al Molo Ex Superbacino, dove saranno smantellate le strutture dei ponti 14-2.
- Fase III: sarà costituita da attività preparatorie per il trasferimento del relitto al Dry Dock no. 4. In questa fase saranno rimossi i magazzini alimentari e celle frigorifere e ripulito il ponte 0.
- Fase IV: Le operazioni saranno effettuate nella zona separata di Dry Dock no. 4 con lo smontaggio completo del relitto, che coinvolge la rimozione delle altre finiture interne, la pulizia delle diverse aree e la demolizione definitiva di tutte le strutture rimanenti. Questa fase si concluderà con lo smaltimento e il riciclo dei materiali di scarto.
A battersi strenuamente per ottenere la carcassa a Piombino il governatore della Toscana Enrico Rossi che proprio qualche giorno fa dichiarava:
La Concordia è un ammasso di ferro marcio dentro. Per due anni e mezzo è rimasta adagiata sulla costa del Giglio, contro gli equilibri ambientali e la fragilità dell’isola. Prima si è detto che sarebbe stata rimossa in sei mesi, poi è passato un altro anno e infine un altro ancora e il Giglio e la Toscana si sono dovuti sobbarcare questa situazione. Trasferire la Concordia a Genova è una sciocchezza ciclopica. Non si prende neppure in considerazione l’idea di valutare proposte diverse, assai ragionevoli come la nostra, che tiene conto del principio di precauzione, un principio al quale ci si ispira in tutta Europa anche in assenza di rischi. Si dice che la ‘finestra’ utile per trasportare la nave a Genova è ristretta al momento dell’alta pressione meteo, ma per portarla a Piombino, con un viaggio di un solo giorno, la ‘finestra’ sarebbe aperta tutto l’anno. Il governo deve riflettere sul tema della valutazione comparativa e sul principio di precauzione. Fossi il governo sentirei il rischio di una figuraccia mondiale.
Ma né il governo né il premier fiorentino Matteo Renzi hanno ascoltato le parole di Rossi.
Via | Il Secolo XIX, Maritime Matters