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Inquinamento

Amianto, un carciofo per sconfiggere il mesotelioma pleurico

Istituto Regina Elena e McMaster University al lavoro per prevenire e curare le patologie connesse all’esposizione all’amianto

Duemila nuove diagnosi all’anno e un picco che, come ha ricordato quest’oggi Edo Ronchi, arriverà nel 2018: il mesotelioma pleurico è un’emergenza sanitaria e in certi luoghi, quelli segnati dall’industria dell’amianto, come Casale Monferrato, una piaga sociale. Anche se è stato bandito 22 anni fa, l’amianto continua a essere presente nei fabbricati di tutta Italia: 32 milioni di tonnellate, pari a 5 quintali a cittadino.

All’International Workshop on metabolism, diet and chronic tenutosi a Roma è stato presentato un progetto “made in Italy” guidato dall’Istituto Regina Elena e sostenuto dalla canadese McMaster University che sperimenterà un composto a base di carciofo su persone con forti fattori di rischio, come placche polmonari da asbesto.

Nel nostro studio sperimentiamo, primi al mondo, la chemioprevenzione con una sostanza naturale dal costo contenuto. Se le nostre intuizioni venissero confermate apriremmo la strada a una rivoluzione,

ha dichiarato Giovanni Blandino, responsabile del Laboratorio di Oncogenomica Traslazionale del Regina Elena.
Secondo i ricercatori occorre lavorare anche su di un corretto stile di vita poiché

le statistiche parlano chiaro: le neoplasie più diffuse sono quelle che risentono in misura rilevante anche di un’alimentazione sbagliata, della sedentarietà e del fumo. Partiamo da qui per cambiare il futuro,

ha aggiunto Blandino.

Ma come funziona la sperimentazione? A spiegarlo è Paola Muti, ricercatrice italiana che lavora in Canada presso il Dipartimento di Oncologia della McMaster University:

È appena partita la sperimentazione di fase due condotta su lavoratori canadesi esposti all’asbesto. L’obiettivo è dimostrare che l’estratto, realizzato in laboratorio semplicemente prendendo le foglie del carciofo ed “elaborandole”, impedisce che le cellule esposte ad amianto esprimano a pieno il potenziale cancerogeno, prolifichino e diano luogo a effettivamente un tumore. I partecipanti, ad alto rischio di sviluppare il mesotelioma e già sofferenti di altre patologie benigne dovute all’amianto, vengono trattati con quattro compresse di estratti di carciofo al giorno, del tutto prive di effetti collaterali. E sono monitorati con cadenza trimestrale, attraverso biomarcatori sierici (piccoli RNA non-codificanti e una proteina secreta dal mesotelio, la mesotelina). In particolare la mesotelina è prodotta dal mesotelio, esposto a infiammazione, ed è molto aumentata nel caso di esposizione all’asbesto e nel mesotelioma. L’ipotesi di questo trial è quella che il carciofo sia in grado di ridurre il livello di mesotelina sierica. In sostanza, si tratta di usare la mesotelina come biomarcatore di efficacia anti-cancerogena dell’estratto vegetale

Via | Corriere

Foto © Getty Images

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