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Agricoltura

I frutti agrodolci del cactus Opuntia

Non “fichi d’India”, ma “tunas”, non solo dolci, ma anche aciduli.

Noti in Italia come fichi d’India, sono frutti originari del Messico dei cactus del genere Opuntia.

In America vengono coltivati e consumati molto di più che nel mediterraneo e oltre alle varietà rossa, bianca e verde conosciute nel nostro paese, è di particolare interesse il frutto noto come Xoconostle (Opuntia matudae), dal sapore più acido e deciso.

Se si raccolgono le foglie del cactus Opuntia non se ne possono raccogliere i frutti, perché il continuo prelievo impedisce di fatto alla pianta di fiorire e fruttificare (un po’ come succede con le insalate). Per ottenerne i frutti, chiamati localmente tuna, occorre che la pianta raggiunga un’altezza maggiore.

Come si vede dalla foto qui sotto, la produzione può essere molto elevata. Nella piantagione che abbiamo visitato presso Nopaltepec si trova anche un micro-impianto di spazzolatura che è un vero capolavoro di ingegnosità locale.

La macchina è di costruzione artigianale, ottenuta usando anche  pezzi ottenuti da altre macchine; i frutti sono spazzolati per 5-10 minuti, rotolando su rulli dotati di setole plastiche lunghe e sottili, che rimuovono tutte le spine. L’impianto è collocato in un fabbricato che forse non supererebbe le norme igieniche europee, ma i lavoratori che maneggiano i frutti con spine sono adeguatamente protetti con tuta, guanti e occhiali.

E’ interessante vedere come le comunità locali sanno organizzarsi per svolgere attività su piccola scala, quando hanno la terra e la libertà per farlo, e non hanno necessariamente bisogno di tutti gli “esperti di sviluppo”.

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